di Ester M. Campese
Ospite della nostra intervista di oggi è Sergio Tirletti. Chiamarlo lookmaker lo trovo davvero riduttivo; Sergio infatti oltre ad essere un grande professionista ha una sensibilità che spesso ho riscontrato negli artisti che ho conosciuto e che non possono proprio essere “incasellati” in un qualche cliché. Ecco direi che il poliedrico Tirletti ha l’ampio respiro dell’artista, dalla danza al cinema, dal teatro e ovviamente alla sua professione di lookmaker. Insomma Sergio Tirletti è una persona che sa andare molto oltre, offrendo agli altri fantasia, arte e sensibilità sia attraverso la sua attività che attraverso le altre sue manifestazioni artistiche. Tutto esprime il suo modo di vivere l’arte in tutto quello che è tutto il suo essere, con un’allegra comunicativa contagiosa che non prescinde dal suo gusto per l’eleganza e la bellezza. Questo è in estrema sintesi ciò che potremmo dire di Sergio Tirletti, ma proviamo a farvelo conoscere meglio attraverso questa intervista.
Sergio benvenuto, ci vuoi raccontare come è cominciato tutto?
Sono un noto lookmaker da ben 40 anni. Ho iniziato giovanissimo e da ragazzino già lavoravo in un salone di bellezza a Piazza di Spagna con grandi maestri che mi hanno trasmesso la loro arte. Erano bravissimi e da loro ho acquisito la passione, che a tutt’oggi è in me per questa meravigliosa arte. Mi occupo di trucco e parrucco da tempo per personaggi dello spettacolo sia del cinema che del teatro e mi piace tantissimo realizzare il look a seconda del personaggio che sono o che devono interpretare.
Questo anche nel caso di servizi fotografici e di moda. Mi occupo di preparare le modelle truccandole a seconda delle esigenze di scena e della sfilata. Comprendo molto bene questo ambiente dato che anche io mi definisco un poliedrico animale da palcoscenico.
Ho aperto da poco a Roma il mio quarto salone che si trova in Via Cola di Rienzo, fra l’altro in un momento difficile per Roma per diversi motivi. Ho voluto tappezzare il salone di foto di splendide artiste ed attrici del passato poiché attraverso la mia attività provo a portare la bellezza di ieri anche ai nostri giorni e alle donne di oggi. Desidero far loro comprendere che dietro anche dei personaggi molto noti, c’è sempre molto studio e professionismo non escluso un grande lavoro del lookmaker che le ha seguite, costruendo insieme la loro immagine.
A proposito di immagine, che messaggio vuoi dare alle donne di oggi?
Che ogni donna è la Diva di se stessa, ogni donna può essere una Diva. Mi diverte trovare, per ognuna delle signore che si affida a me, ciò che ha dentro e magari non ha il coraggio di tirar fuori. Oggi non vedo più l’eleganza e la cura di un tempo, quell’ allure e quel fascino trasmesso attraverso grazia e raffinatezza che una donna dovrebbe sempre saper esprimere.
Trovo inoltre che i parrucchieri d’oggi, purtroppo, sono incompleti. Per questo forse ha preso vigore la figura del lookmaker che offre una consulenza più ampia e compiuta per realizzare il miglior stile e l’immagine più appropriata e personalizzata per ogni singola persona.
Gli esecutori eseguono a comando, mentre io osservo e con la mia sensibilità, messa a servizio della persona che si rivolge a me, faccio emergere il bello, l’interiore espresso come bellezza anche esteriore che in ogni donna c’è.
Sergio il tuo magnifico salone ci riporta ad un ambiente accogliente come i boudoir parigini, con quell’atmosfera degli spazi quasi segreti in cui le signore di un secolo fa si celavano ad occhi indiscreti, per farsi belle. Parlando di anni passati, per te quali sono stati i più belli?
Il periodo più bello l’ho vissuto a cavallo degli anni 70/80, anni in cui c’erano donne davvero molto belle, curate e di buon gusto che malauguratamente oggi si è perso. In quel momento ho incontrato donne che erano realmente delle Dive come Ursula Andress di cui curavo i suoi toupé, Sophia Loren e poi Marina Ripa di Meana con cui è nato un bel legame ed amicizia. Di Marina rammento che era una donna forte e molto elegante. Nei tempi più recenti Carol Alt, Milly Carlucci e moltissime altre persone dello spettacolo che sul palcoscenico le vedi in un modo e poi nella vita sono affabili e semplici ed ho trovato in loro sempre tanto rispetto. Ho lavorato anche per l’Alta Moda e in manifestazioni come “Sotto le stelle” che si svolgeva a Piazza di Spagna e per stilisti come Fausto Sarli, Litrico, Fendi. Anche le modelle devo dire che erano bellissime donne, una su tutte Carla Bruni.
Hai lavorato nel campo dello spettacolo non solo con personaggi italiani ma anche stranieri. Come ti sei trovato con loro?
Ho lavorato con tante produzione americane e anche con Teen Barton. Mi sono trovato benissimo. Sono sensibile al servizio internazionale. Le produzioni estere mi chiamano volentieri oltre che per la mia professionalità anche perché parlo quattro lingue. Gli stranieri sono gli unici che ci apprezzano sempre molto, un po’ meno in Italia, anche se in Italia ho avuto esperienze straordinarie. Ho lavorato per “Femme Sistina” tra i Salon de Coiffure e Beauté Boutique tra i più quotati a Roma. Ho diretto parte del make-up e parrucco di scena anche per il Salone Margherita a Roma per ben 6 mesi nel corso dello spettacolo “Gala Tango show”. A maggio collaborerò con un regista della RAI che fa delle performance molto classiche e realizzerà al Palladium la pièce teatrale “Salomè”. Mi occuperò del trucco e parrucco degli attori e sono felice non solo perché è un regista importante, ma anche perché amo molto lavorare per il cinema ed il teatro e non è cosa rara che mi inviino copioni da studiare per realizzare le acconciature e i trucchi delle epoche passate. Riesco oggi a realizzare i vari trucchi di scena con le relative acconciature dell’epoca con l’abilità che i miei grandi maestri a suo tempo mi hanno tramandato davvero con tanta tanta passione ed amore.
Abbiamo appena detto che hai lavorato spesso nel campo nel cinema e del teatro, ma non tutti sanno che hai fatto anche l’attore.
Si in effetti mi hanno chiamato diversi registi per lavorare in qualità di attore e per delle figurazioni. L’ultimo film cui ho partecipato è stato “Il campione” di L’eonardo D’Agostini, con tra l’altro Stefano Accorsi. Ho interpretato un ruolo anche in “Un’avventura” un film del 2019, uscito da poco, diretto da Marco Danieli con protagonisti Michele Riondino e Laura Chiatti. Nella pellicola, che prende spunto dalla canzone di Lucio Battisti, mi vede coinvolto come ballerino di tango argentino, un’altra delle altre mie grandi passioni che ormai coltivo da oltre 10 anni.
A Natale sono stato chiamato da Paolo Virzì che mi ha affidato una parte in “Notti magiche” al fianco della bellissima Ornella Muti che conoscevo già da prima per via della mia professione di lookmaker. In questo caso ho avuto l’onore di lavorare con lei come compagni di scena.
Un altro film cui ho partecipato è stato “Il traditore” per la regia di Bellocchio, che esce a maggio; un film che narra di vendette e tradimenti, centrato sulla figura del boss Tommaso Buscetta, in cui interpreto il ruolo di un giornalista.
Ma non è finita qui perché Sergio Tirletti scopriamo che è anche un ottimo cantante lirico.
Si amo molto anche la musica. Ho appena partecipato ad un evento in cui ho cantato nel coro diretto da uno dei pochi direttori di orchestra donna: Isabella Ambrosini. Con lei abbiamo in animo di continuare la collaborazione per altri progetti artistici e poi da cosa nasce cosa e io nella vita ancora mi diverto. Il segreto di tutto è proprio questo e cioè che in ogni caso mi diverto e alla grande, ma non senza impegno però.
Tornando alle donne, chi è colei che più di tutte ti ha ispirato?
Sarò grato sempre alla signora Strambelli in arte Patty Pravo. Mi piaceva moltissimo ed ero affascinato da come era pettinata oltre che per come cantava. Nel tempo ho avuto il piacere di pettinarla io ed è per questo che nel mio salone c’è una sua immagine, una gigantografia come omaggio proprio perché è lei che mi ha ispirato. E’ Patty Pravo che mi ha trasmesso l’arte. Della sua figura, ed importanza che ha avuto per me, ne parlerò nel libro che sto scrivendo in cui ci sarà un capitolo dedicato a questa grande donna. Lei incarna la Diva, lo era allora ed lo è ancora oggi.
A proposito del tuo libro raccontaci un po’ ?
Si in effetti sto scrivendo un libro sulla mia vita, nel quale racconto i miei 40 anni trascorsi in questi ambienti. Tratteggio le mie esperienze e i momenti vissuti. Alcuni con grande gioia ed entusiasmo, altri con qualche dramma, alcuni di felicità. Qualche pagina sarà dedicata ad ogni personaggio che mi ha lasciato qualcosa in questo percorso di vita. Un piccolo omaggio anche nei confronti di chi ha creduto in me, nelle mie possibilità e che ha compreso ed apprezzato le tante sfaccettature della mia personalità che ho provato ad esprimere nei diversi campi artistici.
Intervista di Ester M. Campese