Per la nostra intervista oggi abbiamo ospite Carla Menon prestigiosissima, preparatissima e pluripremiata scrittrice veneta, nasce e vive infatti a San Donà di Piave (Ve). Carla Menon ha al suo attivo diverse pubblicazioni di libri di narrativa, romanzi e poesia. Rammentiamo tra le sue pubblicazioni i libri di poesia “Incontro” e “Sentieri”. Nel 2010 esordisce con il romanzo autobiografico “La sfida di Clara” e già nel 2014 pubblica il suo secondo romanzo “L’ombra del passato”. Nel 2016 è alla sua terza pubblicazione con il romanzo “La maledizione dell’artista”. Molti sono anche i riconoscimenti tributati a questa scrittrice negli svariati concorsi letterari che la vedono apprezzata dalla critica ne ricordiamo solo alcuni tra i tantissimi: il premio della critica per il racconto inedito: “Un segreto inconfessabile” al Concorso Internazionale Città di Pontremoli, il Primo premio per la narrativa inedita a Milano per il racconto “L’incredibile avventura di un poeta postmoderno” oltre ai premi ricevuti per la narrativa inedita con i racconti “Breve epistolario di Suor Virginia, monaca vissuta nel XVII secolo” e “Il cammeo maledetto”. Nel 2016 il racconto “Artemisia” è stato incluso nella raccolta “Soffia un vento contrario” per l’edizione “L’Iguana”. Ma non è finita qui. Nel 2017 al “Premio letterario Fulvio Rogolino” edito dalla Casa editrice C1V di Roma, risulta tra i primi cinque vincitori per la pubblicazione della propria opera dal titolo ” Quadri Veneziani”; e riceve un ulteriore “Secondo Premio” per il racconto “Beatrice” al Concorso Internazionale di poesia, narrativa e arte, A.U.P.I. di Milano. A settembre infine riceve il Premio alla carriera al prestigioso Festival di Spoleto dedicato all’arte e alla letteratura.
Carla carissima benvenuta con un curriculum così mi sento intimidita ed inorgoglita che tu abbia accettato di concederci così graziosamente questa intervista. Possiamo affermare senza tema di smentita che sei una scrittrice oramai affermata e segui questa tua vocazione da anni. Ci vuoi raccontare di questo tuo percorso?
Cara Ester, racconterò con piacere il mio viaggio nel mondo della scrittura. Sì, perché per me si è trattato di un viaggio alla ricerca di me stessa, incuriosita da un mondo che mi ha sempre affascinato, dapprima come studentessa e poi come insegnante. Versi acerbi, all’inizio, che oggi mi fanno sorridere ma raccontavano di me, del dolore, della gioia, di una ferita aperta che faticavo a emarginare, di mia madre malata terminale che mi incitava a continuare a scrivere. Una sfida continua che a distanza di vent’anni non ho ancora vinto e forse è giusto così. Mi sento più Clorinda che Erminia, guerriera fino alla morte, ma animata da un ardore che spero non mi abbandoni mai.
La tua scrittura è ricca di riferimenti alla letteratura e all’arte spesso con un omaggio a Venezia, il lettore che ti legge è come se potesse fare un immaginifico viaggio attraverso la tua deliziosa guida. Cos’è che ti ispira particolarmente?
Trovo ispirazione nella vita di tutti i giorni: un profumo, il rumore delle onde al passaggio di una gondola, una calle piena di turisti assonnati o la musica di un violino che ti penetra e ti scuote perché ti ricorda una storia intensamente vissuta. Ecco alcuni degli spunti da cui nascono poi le mie storie.
Carla Menon è anche insegnante di lettere. Cosa ha a che fare il tuo modo di raccontare e scrivere, se c’è un nesso, con la tua componente professionale?
Insegno da 33 anni ormai, ma è come se varcassi per la prima volta l’androne della scuola. Molte cose sono cambiate, anzi moltissime, che non approvo se non in minima parte. Per fortuna sono sempre rimasta coerente con me stessa e controcorrente per certi versi. Se hai la passione per l’insegnamento, se provi ancora emozione con i tuoi studenti, allora vale la pena continuare a insegnare, nonostante tutto.
Due tue opere , Carla, sono state tradotte in altre lingue. Ad esempio la poesia dedicata a Venezia è stata tradotta in inglese e inserita nel sito https://italytiamo.com/2017/03/17/carla-menon-venice/, Il libro “La maledizione dell’artista” edito da Mazzanti Libri, che si rifà a un dipinto straordinario di Caravaggio, “L’incredulità” è stato tradotto in spagnolo dal professor Juan Antonio Gonzales di Salamanca (Spagna). Come ti fa sentire tutto ciò? Ti sprona o ti carica di responsabilità verso il tuo lettore?
Mi sprona a migliorare di certo e altresì mi responsabilizza a lasciare di me il ricordo di una lettura intensa, condivisa, Se le storie che racconti, emozionano il lettore fino in fondo, allora percepisci che sei sulla strada giusta e all’orizzonte intravedi il varco oltre il quale si aprono nuovi mondi da narrare.
Quanto di te e delle tue passioni c’è nelle pagine che ci hai regalato?
Tutto, anche se in maniera velata, ma sono io con i miei pregi e difetti. Mi racconto e racconto la vita nelle sue caleidoscopiche forme.
Oggi c’è un gran dibattere sulla scrittura femminile. Tu che puoi vantare una presenza d’onore sul palcoscenico della letteratura, con tutti i diversi riconoscimenti raccolti, cosa ti senti di consigliare alle giovani autrici non ancora affermate che vogliano intraprendere questo percorso?
Cara Ester, intanto non mi sento affatto una scrittrice affermata. Piuttosto una che desidera sempre mettersi in discussione, che non si accontenta mai, non per orgoglio o desiderio di primeggiare, bensì di imparare anche da chi ha meno anni di te, meno esperienza di te. Ognuno di noi è portatore di valori assoluti e persino dal sorriso di un bambino può nascere una grande storia da raccontare.
C’è tra i tuoi tanti libri, uno a cui sei particolarmente affezionata e se si, perché?
Quadri Veneziani lo considero un esperimento letterario, ma soprattutto un dono che la vita mi ha regalato. Chiarisco meglio tale affermazione, raccontando un episodio accadutomi qualche mese prima che uscisse il libro. Un mio caro amico, scomparso lo scorso anno, due mesi prima, mi pregò di presentarlo in occasione di una mostra d’arte, che organizzava ogni anno a settembre nel suo locale. “Se non ci sarò”, mi disse, “tu lo presenterai comunque…” La sua presenza illumina le pagine di Quadri Veneziani, come un faro, così l’ho ricordato nell’incipit della raccolta.
Carla davvero grazie ancora del tempo che abbiamo trascorso insieme dialogando in modo così affabile e grazie per le tue chicche d’arte e di cultura che ci lasci attraverso i tuoi libri. Un caro saluto e grazie ancora.
Di Ester M. Campese