Incontriamo oggi per la nostra intervista Cristian Poggioli scrittore riminese, persona piena di carica vitale che ama viaggiare e praticare sport, si definisce solare e tra i suoi hobby ritroviamo anche la cucina a cui applica il gusto della ricerca in forma innovativa per se i suoi amici. Ma Cristian Poggioli è soprattutto entrato da breve nell’agone degli scrittori ed è emerso subito alla ribalta già con il suo primo libro  “Volevo fare il ginecologo”, edito in self publishing, sui circuiti on line. Il testo è un raccolta di poesie con passaggi di narrativa che tratteggiano una storia autobiografica condita di ironia dissacratoria. Uscito prima in ambito locale ha poi raggiunto una divulgazione più estesa raccogliendo ottimi riscontri. Il tutto parte dalla necessità per lo scrittore di trovare gli stimoli per superare un suo doloroso lutto. Nel libro tra le tante poesie, maggiormente significativa per l’autore, è proprio quella dedicata alla madre Luisa, da lì poi tutto è partito. Ha quindi raccontato con freschezza uno spaccato di vita quotidiana attraverso fatti veri sia esilaranti che dolorosi, non esclusa una parte dedicata all’amore e all’eros da cui ammicca la simpatica titolazione del libro “Volevo fare il ginecologo”.

Benvenuto Cristian e grazie per essere oggi qui con noi. Ti faccio subito la prima domanda, tu che sei un “giovane” scrittore talentuoso che nel suo primo testo parli di te con uno stile leggero e immediato, come è maturata l’idea di scriverlo?

Come è nata idea di scrivere “Volevo fare il ginecologo”, per prima cosa l’intenzione di scrivere un libro, scaturisce da un fatto molto grave la morte di mia madre per una malattia lancinante tumore al pancreas che 6 mesi esatti me l ‘ha strappata dalle braccia.. Per sempre, un dolore che giorno per giorno si sapeva e che giorno per giorno ho vissuto al suo capezzale 24 su 24 per sei mesi. Esatti, assaporando giorno per giorno sapendo come se fosse un conto alla rovescia una lotta contro il tempo.. Vivendo ogni attimo fino al suo ultimo respiro.. Poi il crollo… Da li conseguenza fare qualcosa per non morire dentro… Visto che la notte non dormivo e cercare di impegnare la mente.. A qualsiasi costo per non soccombere. In una forte depressione figlia del lutto. Cosi la decisione di buttare fuori tutto me stesso ..da lì è nato tutto.. La penna toccava il taccuino e il resto è storia.

Che cosa è per te scrivere: un modo per parlare di te agli altri o suggerire qualche messaggio?

Per me lo scrivere è un modo per comunicare per mettersi in gioco, sono sempre stato una persona molto stravagante e fuori oserei dire dagli schemi, a cui non sono mai piaciuti ne interessati i giudizi degli altri, allo stesso tempo è la mia fonte principale per comunicare, la mia sensibilità che solo poco persone di fiducia possono o meglio potevamo apprezzare..perché ora è di dominio pubblico vista la mia scelta.

Con al punto la voglia o se vuoi la presunzione di arrivare al cuore della gente, che il mondo non è uno stereotipo, di etichetta, ma si può essere se stessi.. Anche se non si piace a tutti.. Ma però bada bene facendo ciò che si vuole, non ciò che va bene agli altri senza avere paura dei giudizi o delle critiche.. Ma viaggiando a testa alta. Perché nella vita ho fatto ciò che volevo ed ogni progetto che ho messo in moto è stato vincente forse per questo non sono simpatico a tutti ma poco importa, da me vige il motto che se ne parli bene o male vuole dire che si ha qualcosa da dire.

Che difficoltà hai trovato, se le hai riscontrate, nel pubblicare questo tuo primo lavoro? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?

Difficoltà a dire il vero grazie anche al mio ex lavoro di direttore vendite, al momento senza contratto, nonché grazie alle mie doti. Relazionali, nonché l’aiuto nonché i consigli di persone vere, qui mi sento di esprimerti Ester in prima persona in grande ringraziamento per aver creduto, in me.. Mi auguro di esserne degno e all’incontro di brave blogger e altre persone vere non in fine la mia faccia di bronzo che non ha paura ne si tira indietro mai.. Grazie a questo mix direi che a parte le difficoltà iniziali tutto sta andando per il meglio il mio motto è only the brave senza di quello non si fa nulla poi sono convinto che per arrivare ci vuole e vero un pizzico di fortuna ma il resto ci devo credere se ami ciò che fai e ci credi veramente, sicuramente sarà un successo, ne sono convinto.. Credere in se stesso e l’80 per cento di una riuscita di un progetto.. Il 20% e un connubio di fortuna di esser al posto giusto al momento giusto. E ovvio di fare un bel manoscritto.

Attraverso questa esperienza che idea ti sei fatto a proposito del mondo editoriale in Italia?

Mi riallaccio alla domanda precedente, per mie valutazioni ho deciso di puntare solo sulle mie risorse finanziarie e di curare il progetto a 360 gradi, questa decisione inizialmente non priva di dubbi, nonché di forte paura per investimenti sbagliati senza ritorno, mi avevano fatto pendere per appoggiarmi a qualche casa editrice, ma trovando porte serrate non chiuse, oppure gente sciacalla pronta a spillare soldi, illudendo la gente.. Per cui da li la decisione anche spinto dalla mia compagna, di non mollare e di pubblicare e rendere viva quello che sentivo, di farlo prendere forma, rischiando di investire  senza avere la certezza del esito del investimento stesso.. Cosi calcolando budget è tutto il resto.. Ho deciso di rischiare.. E diventare imprenditore di me stesso.. Ciò è autofinanziamento. Tornando indietro lo rifarei altre 100 volte convinto che sia stata la scelta giusta.. Anche perché le case famose sfruttano solo se sei famoso.. Non hanno alcun rispetto.. Del progetto.. Ma sopra tutto ti lasciano le briciole, spero che un giorno questa mia analisi mi. possa esser smentita, magari vedendo una nuova proiezione editoriale volta veramente a fare emergere giovani scrittori, di Buone speranze.. Chissà!!! Al momento.. Credo che esser imprenditori di se stesso.. Ponderando l’ investimento sia la scelta vincente. Calcolando i rischi. Ovvio.

Se avessi ora un foglio bianco, al volo cosa ci scriveresti?

Cosa scriverei su un foglio bianco. Eccomi qua ora padre..la differenza tra educare e “viziare”.contro il sistema.

Stai lavorando a qualche altro nuovo libro?

scriverò un altro libro… Sono ad un bivio!!! Ci sto pensando..ci lasciamo con un po’ di suspans nhi!!!!.

Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato, e nel salutarti ti auguro tanti ulteriori successi per i tuoi prossimi lavori.

Intervista di Ester M. Campese

Di VipGlam

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