Un Maestro d’Arte è l’illustre ospite oggi della la nostra intervista. Parliamo di Michele Russo, artista di chiara fama internazionale, nato a Termini Imerese in provincia di Palermo, insignito di innumerevoli premi nella sua lunga carriera artistica che dura da ben oltre 40 anni. Descritto da chi lo conosce come persona dal portamento distinto e nobile, restando nella sua semplicità nel porsi, nonostante sia persona nota. Un pittore decisamente di connotazione e concezione moderna come in modo evidente è espresso nelle sue opere, ma che non da meno si rifà ad un uso dei canoni classici. Siciliano autentico, Michele Russo, nei suoi dipinti ritrae la fatica del quotidiano vivere, con un focus verso il mondo del lavoro, attraverso cui scorgiamo volti sofferenti ed intensi ma non rassegnati. Tutt’altro, essi esprimo una forte determinazione che si indirizza verso un ideale mondo migliore, in una ancor più forte e volitiva voglia di riscatto propria di questa terra, la Sicilia, tanto generosa, quanto martoriata. Michele Russo dunque parte attraverso la sua arte da una narrazione dell’uomo fino a giungere a tematiche mistiche e religiose che contemplano il Cristo vocalizzandone attraverso le sue pennellate i momenti più significativi. Osservando le sue opere ci troviamo immediatamente immersi nell’atmosfera quasi opprimente della fatica, di una miniera, o nel fascino antico de “u curtigghiu”, quasi come potendo partecipare alle chiacchiere di quegli uomini che ripossano in un angolo del cortile. In ogni caso attraverso un messaggio d’amore e speranza dedicati alla propria terra e ai siciliani, Michele Russo, ci fa guardare oltre verso l’alto, verso quel Dio sofferente attraverso cui trovare la forza per l’anelato affrancamento.
Tra i tanti innumerevoli riconoscimenti ricevuti ne menzioniamo solo alcuni: Menzione Speciale ai giochi olimpici, Oscar Internazionale Italo Francese (a Marsiglia) il Premio Omaggio ad Anna Magnani, il Premio di belle Arti di Roma, Premio di belle Arti di Monza e molti altri ancora.
Diamo quindi il benvenuto al carissimo Michele Russo e gli chiediamo subito
Come mai ha deciso di esprimersi con questo tipo di forma d’arte? Cosa ha la pittura che le altre arti non hanno?
L’Arte al di là di ogni ricerca formale è il risultato stilistico. E’ anche esistenza, documento, è verità ed è storia.
I suoi lavori sono un inno alla creatività e, dicevamo nell’introduzione, al desiderio di riscatto, opere straordinarie ed uniche. Come si riesce a dare una forma alla fantasia e a creare e rappresentare personaggi così forti ed incisivi?
Ho sempre considerato la pittura un grande atto d’amore, un inno al creato dal profondo dell’anima, mi sono sempre adoperato con piena coscienza, e con totale impegno, per approdare ad un’arte che rispecchi verità ed essenza, rifuggendo dalle mode, e dai giochi che girano a vuoto, in un piano lontano della vita.
So di un’amicizia personale con Renato Guttuso, altro importantissimo pittore, figlio della Sicilia, di Bagheria esattamente, che è stato protagonista della pittura neorealista italiana. Ci può raccontare un momento che ricorda caramente di questa amicizia e come, se ciò è accaduto, ha eventualmente influenzato la sua arte?
Con Guttuso ci siamo conosciuti per caso, in una mia esposizione di pittura a Roma nel 1978 nella Galleria “Lo Faro” in via San Giovanni in Laterano. Con il Professore Mario Rivosecchi , hanno visitato la galleria Guttuso, Tony Bonavita, Nicoletta Prinzi. Cosi ci siamo conosciuti , e ci siamo stimati a vicenda. Quanto ad influenzarmi, No! Con tutto il grande rispetto meritato per il Maestro Guttuso ed il professore Mario Rivosecchi che ha inaugurato la mostra, ed ha invitato Guttuso, Tony Bonavita, Nicoletta Prinzi ed altri.
Quale è per Michele Russo il significato di un’immagine dipinta, che messaggio desidera profondamente suggerire l’artista Russo, ovvero deve comunicare, deve insegnare, o solo ristorare lo sguardo con la sua bellezza?
Il pittore nel momento in cui valuta il soggetto da raffigurare, la pittura, prima di tutto e un fatto mentale. L’attività dell’artista, consiste nell’invenzione e nell’idea, più che nell’esecuzione. Mi sono sempre affidato al pubblico.
E’ cambiata la sua pittura dagli inizi a oggi?
Solo ora, carico di anni, mi sento pienamente immerso nel grande mistero della vita, e riesco a coglierne l’essenza. Ripercorro nella memoria le tappe della mia straordinaria avventura nell’arte, e tutto mi sa di miracolo. E’ così confermo, la mia pittura è cambiata.
Ci racconta un aneddoto di qualche Suo estimatore che rammenta con piacere?
Il 30 Marzo del 1982, in una mia personale tenutasi a Piazza Armerina, inaugurata dal Vescovo Rossi. Un mio estimatore acquista due dipinti, lui pediatra, chiese al vescovo Rossi, cosa pensasse del pittore “tizio” e del pittore Michele Russo. Il vescovo rispose cosi: i dipinti del Tizio sono leggeri e vanno verso l’alto, i dipinti di Michele Russo sono poggiati per terra.
Se le dovessero fare un complimento quale vorrebbe ricevere veramente?
Mi son sentito dire tante, tantissime volte che nei miei dipinti c’è tanta sofferenza, questo mi gratifica tanto: l’arte è sofferenza. E’ Gioia.
Ringraziamo davvero di cuore il Maestro Michele Russo per essere stato con noi oggi ed averci dedicato il suo tempo passandolo un po’ a parlare dell’amata arte. Un augurio per tutti i progetti ed attività futuri ed in corso.
Ti ringraziamo con stima per l’intervista che ci hai voluto donare con grande cuore un abbraccio affettuoso da parte di Michele ed Antonello. Spero ci si possa incontrare nuovamente e complimenti per la tua di Arte meravigliosa, grazie ancora.
Di Ester M. Campese