di Riccardo Bramante
Pablo Picasso è noto soprattutto per i suoi dipinti che hanno rivoluzionato il concetto di arte e introdotto nuovi valori di riferimento; meno conosciuta è, invece, la sua produzione come scultore.
Questa lacuna intende colmare la mostra che si aprirà il 23 ottobre nelle sale della Galleria Borghese a Roma, la prima in Italia dopo i successi riscossi da analoghe esibizioni tenutesi a New York e a Parigi nel 2016. Curata da Anna Coliva, direttore della Galleria Borghese, in collaborazione con Diana Widmaier-Picasso, nipote del celebre artista, la mostra presenta oltre 50 lavori realizzati da Picasso tra il 1902 ed il 1964 insieme a fotografie di atelier inedite e video che ne descrivono l’ideazione e la successiva realizzazione.
La prima ispirazione il maestro la ebbe senza dubbio in occasione di un suo viaggio a Roma e a Napoli nel 1917, quando ebbe modo di confrontarsi con le sculture dell’antichità romana e del Rinascimento, anche se già dall’età di cinque anni (come dice Diana Widmaier-Picasso) realizzava figure in carta in cui era possibile vedere la sua ricerca dei volumi.
Inizialmente le opere scultoree di Picasso, soprattutto su legno, si rifecero alla cosiddetta arte “negra” in cui erano presenti figure ed idoli africani e dell’Oceania per poi passare alla realizzazione di costruzioni in metallo e legno assemblati con altri materiali che possono ben rappresentare la prosecuzione, in campo scultoreo, delle sperimentazioni cubiste in cui si stava contemporaneamente cimentando nell’ambito della pittura.
Come detto, diversi sono stati i materiali utilizzati da Picasso, dal legno al metallo, dal cartone al bronzo ma mai ha fatto ricorso alla plastica (quasi un antesignano dei moderni ecologisti) e solo in un periodo successivo si rapporta al marmo di cui anzi si può ammirare nella mostra una sua scultura di donna seduta che dialoga con la Paolina Borghese del Canova e una “Donna con bambino” posta in relazione con l’”Apollo e Dafne” del Bernini.
Sicuramente da vedere questa mostra data anche l’estrema rarità di opere scultoree di Picasso visibili in collezioni private in quanto, come scrisse il suo biografo ed organizzatore di eventi Werner Spies, “le amava come i suoi figli e come non permise mai di vendere i quadri che rappresentavano i figli, le compagne e le mogli, Picasso non ha mai voluto separarsi dalle sue sculture”.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 3 febbraio 2019.
Articolo di Riccardo Bramante