E’ un onore oltre che un piacere ospitare per questa intervista Maddalena Caccavale Menza che incontriamo oggi per i nostri lettori. Maddalena è una scrittrice, giornalista, dottore di ricerca, moderatrice di tavole rotonde, autrice di saggi e di diverse interviste a noti personaggi del mondo dello spettacolo, nonché attrice con ruoli interpretati nei film di Fellini. Noi la incontriamo per parlare di due dei suoi testi pubblicati ed in particolare di “Bonaventura” e di “Parole e cartoons”. Nel primo si esplora il mito del signor Bonaventura che inseguiva il famoso milione, al cui interno ci sono anche simpatici aneddoti dell’autore di questo personaggio. In “Parole e cartoons” invece s’indaga il linguaggio delle fiabe ed il legame con il cinema d’animazione.
Alla presentazione del libro di Bonaventura era presente l’attrice Milena Vukotic che ha voluto omaggiare la scrittrice Maddalena Caccavale Menza leggendo dei passi tratti dai suoi libri.
Benvenuta Maddalena grazie per essere oggi qui con noi e ti porgo subito la prima domanda: Vuoi parlarci di questi tuoi libri, ed in particolare che cosa hanno significato per te?
I miei libri su “Bonaventura” e su “Parole e cartoons” nascono dalla mia inesauribile curiosità nei confronti di due tematiche che Fiorello scherzosamente definirebbe un po’ di nicchia, che però mi hanno dato molta soddisfazione perché sono stati pubblicati con case editrici importanti e sono stati adottati anche all’Università.
Il signor Bonaventura è uno dei personaggi del fumetto d’epoca più popolare tra gli italiani che hanno passato gli “anta” tanto da essere ormai entrato nel costume popolare con la sua avventura che comincia sempre male e si conclude con il sospirato milione.
La forza dirompente di Sergio Tofano, in arte Sto, come scrittore per l’infanzia, non sta tanto nella scelta delle storie quanto nella capacità di offrire al suo pubblico (di bambini e non) una via d’evasione in un linguaggio non allineato. “Parole e cartoons” invece vuole essere un libro sul rapporto tra cinema d’animazione e linguaggio delle fiabe; è un viaggio nel semisconosciuto cinema d’animazione italiano. Dalla Rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini alle Winx di Iginio Straffi, che sono insospettabilmente italiane e sono diffuse in 150 paesi del mondo senza dimenticare i film del grande Bruno Bozzetto con interviste ai protagonisti e schede dei film. I miei libri sono per me sono come dei figli, delle parti di me, che però hanno anche una loro vita autonoma.
Maddalena ci vuoi raccontare l’emozione che ti ha dato la scrittura?
L’emozione che mi ha dato la scrittura è veramente indescrivibile perché le parole sul foglio riescono ad esprimere dei pensieri che altrimenti a parole non riesco a formulare. Scrivere per me è come viaggiare all’interno di me stessa e giungere al cuore della mia anima. E’ una terapia di conoscenza.
Come mai hai cominciato a scrivere?
Sono stata una bambina molto timida che faticava ad esprimere ciò che aveva dentro. Ho cominciato a scrivere perché le parole sulla carta riuscivano a dire ciò che a parole non riuscivo a fare. Scrivevo poesie e piccoli racconti fin da bambina. Inoltre quando ero una ragazza, avevo a che fare con la mia tesi di laurea e trovavo qualche incertezza nello scrivere ho trovato un maestro Aldo Musacchio che ringrazierò finché avrò vita, che mi ha dato un grande incoraggiamento e mi ha aiutato a trovare uno stile nella scrittura. Purtroppo adesso lui non c’è più ma se mi sono affermata con la mia scrittura e sono arrivata a questo traguardo devo ringraziare lui. Credo che i giovani abbiano bisogno di maestri e che sia sempre più difficile trovarne. Io sono stata molto fortunata.
C’è stato un momento in cui ti sei accorta di essere una scrittrice?
Ho pubblicato cinque libri e sono circa venti anni che scrivo. Per me è una seconda natura. All’inizio mi sembrava un po’ immodesto definirmi una scrittrice ma poi il riscontro che ho trovato nei lettori è stato tale da convincermi che sì ero veramente una scrittrice.
Ci racconti il tuo rapporto con la scrittura’ Cosa significa per te scrivere oggi?
Il mio rapporto con la scrittura è strettissimo. E’ come mettersi davanti a uno specchio in cui sei a tu per tu con te stesso e non puoi scappare né mentire. Come dicevo prima, sono stata una bambina timida e ho cominciato a scrivere perché mi riusciva più facile comunicare con la carta, che è più paziente degli uomini, che con le parole. E ancor oggi per me scrivere è indispensabile.
Normalmente hai un luogo tuo dove preferisci scrivere? Dove ti raccogli?
Scrivo preferibilmente a mano su dei quadernini e poi rileggo varie volte ciò che ho scritto e lo trascrivo al computer. Il luogo dove mi raccolgo per la scrittura è il mio letto dove mi vengono in mente i pensieri che poi trascrivo sul foglio.
Che tipo di scrittrice sei? Alcuni scrittori sono metodici e leggono e rileggono mille volte i loro elaborati; altri invece scrivono di getto. Tu che tipo di scrittrice sei?
Sono una via di mezzo. A volte sono un fiume in piena e scrivo di getto, a volte l’ispirazione non viene e allora mi dedico per ore a limare le singole frasi. Mi paragono un po’ a una sarta che deve cucire un vestito. Prima si deve tagliare la stoffa, poi imbastire, mettere in prova, cucirlo e solo alla fine pensare alle rifiniture. Così con la scrittura faccio la stessa cosa. Prima penso alla struttura in generale, poi a poco a poco mi dedico alle “rifiniture” leggendo e rileggendo le frasi fino a quando non sono contenta del risultato.
Hai qualche rituale che segui che ti concilia la concentrazione e che ti aiuta a scrivere?
No, non ho un rituale preciso. Prendo semplicemente un mio quaderno e comincio a scrivere ciò che mi viene in mente.
Grazie carissima Maddalena del tuo tempo e per questa gradevole intervista che ci hai concesso, a presto dunque in attesa di un tuo prossimo bel libro.
Ti ringrazio Ester, un saluto ai lettori e a presto.
By Ester M. Campese