di Riccardo Bramante
Settimana piena questa per la presentazione dell’ultimo libro di Isabel Russinova dal titolo: “La regina delle rose”; prima c’è stata la presentazione nell’Aula Isma del Senato della Repubblica con l’intervento introduttivo del senatore Giuseppe Moles e l’intervista all’autrice del giornalista di “Avvenire” Mimmo Muolo e successivamente, a partire dal 5 dicembre, la casa editrice “Armando Curcio editore” porterà il libro nel suo stand aperto nell’ambito della 17° edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri più liberi” che si tiene nell’avveniristico Centro congressi della “Nuvola” all’EUR.
Seguendo una linea già sviluppata in diversi lavori teatrali, la nuova opera di Isabel Russinova ha anche questa volta per protagonista una donna forte e di grande carattere, Giovanna di Savoia, quarta figlia dell’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III andata sposa dello Zar di Bulgaria Boris III.
La vicenda prende le mosse dal primo incontro dei due giovani (lei 23 anni, lui 30), avvenuto nel bucolico paesaggio della tenuta regia di San Rossore in Toscana, al progressivo reciproco innamoramento fino al loro matrimonio, peraltro a lungo osteggiato dalla corte bulgara a causa della diversità di religione ma che invece trovò un caldo appoggio nell’allora Nunzio apostolico a Sofia Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII.
Ma era un periodo turbolento per tutta l’Europa quello che i due protagonisti si trovano ad attraversare tra il 1927 ed il 1943, fra intrighi internazionali, ascesa del nazismo in Germania e successive guerre fino alla conquista della Bulgaria da parte del comunismo sovietico e alla ancora oscura morte dello Zar Boris forse avvelenato durante una sua visita diplomatica a Mosca e alla partenza definitiva di Giovanna da Sofia per fare ritorno presso al sua famiglia esiliata nel frattempo in Portogallo a Estoril.
Tutto ciò è raccontato dalla Russinova sulla base di attente ricerche storiche e sui racconti che sentiva fare dalla madre , bulgara, che aveva vissuto in prima persona quei periodi, ma è interessante notare come la storia venga qui descritta non come una sequenza di date, guerre e paci, ma come vicende vissute dal punto di vista delle persone che la fanno o la subiscono, Giovanna, in questo caso, intorno a cui si intrecciano situazioni e drammi al difuori del suo controllo ma che tuttavia incidono fortemente sulla sua vita.
Questo libro, perciò, non vuole essere un saggio di storia ma piuttosto un omaggio all’amore più forte di tutte le avversità, ma che trova, anzi, in esse una ulteriore spinta per manifestarsi non solo nei confronti del proprio marito ma della Nazione tutta che egli rappresentava.
E’, in definitiva, un racconto piacevolissimo da leggere, oltre che istruttivo, in cui l’autrice ancora una volta da un saggio delle sue capacità narrative già, d’altra parte, emerse nei suoi precedenti libri “Ti racconto quattro storie” e “Reinas. Storie di grandi donne” che, insieme ad altre iniziative, le hanno valso il titolo di Accademica Tiberina, di corrispondente onoraria per la cultura del MACTT (Mediterranean Academy of Culture, Tourism and Trade) e testimonial ufficiale di Amnesty International.
articolo di Riccardo Bramante