Anche quest’anno il maestro scultore Ferdinando Codognotto ha voluto proseguire nella tradizione della consegna di un premio speciale da attribuire ad una personalità del mondo artistico italiano.
Nel 2017 il Premio fu attribuito a Monica Bellucci; quest’anno, invece, è stato premiato il regista Giuseppe Tornatore nel corso di una affollata cerimonia tenutasi il 18 di questo mese nel laboratorio della “Fondazione Luigina e Ferdinando Codognotto” sito vicino a Piazza Navona dove il maestro lavora da ben 54 anni.
A consegnare il premio è stato lo stesso Codognotto di fronte ad un numeroso pubblico, tra cui si notava il prof. Avv. Emanuele Francesco Maria Emmanuele, vecchio amico dello scultore, il presentatore RAI Pippo Baudo, la regista ed attrice Antonella Ponziani e tantissimi altri.
Per l’occasione, l’opera andata in premio a Tornatore consisteva “in una sorta di macchina da presa con pellicola; una allegoria pienamente nel mio stile”, come ha detto lo stesso scultore.
Stile che effettivamente si ritrova in tutte le fasi della vita artistica di Codognotto, dalle sue prime opere create in Veneto, di cui è originario, che evidenziano un linguaggio espressivo molto personale sottolineato dall’utilizzo di un materiale relativamente semplice come il “cimolo”, un tipo di legno reperibile appunto nel Nord Italia “forte e resistente ma al tempo stesso malleabile”, come tiene a precisare il maestro paragonandolo al suo stesso carattere.
Trasferitosi a Roma, Codognotto realizza opere in cui coesistono, integrandosi perfettamente, magia, presenza religiosa e tecnologia. Una delle sue prime opere è il “Pinocchio tecnologico”, realizzato nel 1980, in cui, come il Geppetto di Collodi, fa scaturire dal legno il fanciullo.
Nella sua seconda fase artistica prevale, invece, una tendenza alla natura con fiori, alberi, sole, luna che però si fondono con la tecnologia dando vita a forme irreali e sognatrici; sono opere di questo periodo, tra le tante, il “Cavallo tecnologico” e L’”Unicorno tecnologico”.
Nella fase più recente emergono, poi, continui richiami ai sentimenti religiosi e spirituali: la maternità, gli amanti, gli Angeli sono raffigurati nei loro aspetti più simbolici pur rimanendo legati alla realtà del mondo. Emblematica è l’opera “Cometa di Halley” che fu presentata al Papa alla presenza di scienziati della NASA e di Intercosmos.
Altre opere di questo periodo adornano le sedi di Roma e di New York della Banca d’Italia, nonché di tanti altri negozi commerciali di marchi famosi.
E per finire, come non ricordare il carattere schietto e diretto di questo artista che è divenuto una delle figure più emblematiche della vita artistica di Roma ed internazionale, creando quasi un fluido magico con chi lo avvicina per conoscere le sue opere!
Articolo di Riccardo Bramante