“Quirinale contemporaneo”: la mostra riapre al pubblico con opere d’arte contemporanee e oggetti di design.
M. Moretti
Oltre duecento opere, fra arte contemporanea e creazioni di design, sono state inserite negli ambienti del complesso palaziale del Quirinale e nella tenuta presidenziale di Castelporziano.
Il progetto “Quirinale Contemporaneo”, voluto direttamente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha l’intento di inserire, nella stratificazione storica delle proprietà del Quirinale, quanto di rappresentativo si è potuto radunare a testimonanza di questi primi 75 anni di vita della Repubblica Italiana.
Le ricche collezioni di quadri, porcellane, carrozze, arazzi, orologi, affreschi e decorazioni varie, ben rappresentano i primi secoli di storia del Quirinale, dove si sono avvicendati prima 12 papi e poi 4 re. Mancava, appunto, un segno della vita contemporanea Repubblicana che è stato espresso grazie interamente alle donazioni, o cessioni temporanee a titolo gratuito, dai singoli artisti, dalle fondazioni e con l’ausilio anche delle Case produttrici specializzate.
Vedrete aggirarsi i “Leoni” di Davide Rivalta sotto alla Galleria delle Regioni, ammirerete la rivisitazione della “rosa del deserto” di Arnaldo Pomodoro nell’angolo del cortile d’onore che, oltre ad accogliere Voi, si palesa alle personalità in visita al Quirinale.
Salendo al piano nobile incontrerete un’opera di Giacomo Manzù ed i Tagli d’autore di Lucio Fontana, due opere in cellotex di Alberto Burri, ed oggetti di design di Vico Magistretti, Tobia Scarpa, e Angelo Mangiarotti, sino a congedavi dalla visita a Palazzo con “Gli Archeologici” di Giorgio de Chirico. Avrete spaziato dall’Arte Povera alla Transavanguardia sino a riconoscere oggetti di design che avete ammirato in altri contesti.
Innumerevoli altre opere andrebbero citate e da oggi, attraverso il sito quirinale.it , potete prenotare la vostra visita e, qualche passaggio di essa, farà certamente parte del vostro bagaglio esperenziale.
Il diverso approccio a cui ci obbliga l’arte contemporanea, a differenza di quella che riteniamo “classica”, è quello di non basarsi su canoni o chiavi interpretative comunemente intese ma, nell’incontro con essa, ci interroga, inquieta a volte, ed in altre ci lascia estasiati, in quell’armonia dove, magari solo noi, la riconosciamo come espressione di bellezza; comunque non lascia indifferenti e invita ad essere conosciuta, a cercarne un senso al di là di una nostra condivisione o meno. Il grande passaggio tra una visione oggettiva, in cui prendiamo atto di un’elaborazione di contenuti nel tempo, ad una visione soggettiva che, solo quando si relazionerà, riconoscendosi in molte altre simili, anch’essa diverrà canone, codice, cifrario. D’altronde, tutte le tradizioni di oggi quando sono iniziate le chiamavamo innovazioni.