di Ester M. Campese
Una storia a cui forse lo stesso William Shakespeare si ispirò per narrare la sfortunata storia d’amore di Romeo e Giulietta. Parliamo di Piramo e Tisbe. Due bellissimi giovani, Piramo il più bello di tutti, e Tisbe la più delicata e femminile delle fanciulle. Amici fin dall’infanzia vivevano in case adiacenti, con le loro rispettive famiglie. Dall’amicizia e la stima, frequentandosi spesso e passando molto tempo a parlare tra loro, crebbe un sentimento che sfociò in amore ed entrambi speravano in un matrimonio. Un brutto giorno tra le due famiglie si scatenò un alterco e per entrambi vi fu il divieto di frequentarsi. Ovviamente sia Piramo che Tisbe disubbidirono e continuarono a vedersi e parlarsi attraverso una sottile fessura del muro che divideva le loro abitazioni, a tutti ignoto. Ben presto la bramosia di entrambi rese insopportabile e insufficiente scambiare le loro emozioni solo in quel modo. Si diedero così appuntamento ad un albero di gelso per potersi abbracciare e fuggire in un’altra città e ripararsi da un parente di Piramo, per sposarsi. Tisbe giunse per prima ma arrivò un leone con le fauci sporche di sangue e lei spaventata corse via perdendo il velo che il leone sporcò di sangue con le zampe ed il muso. Dopo poco arrivò Piramo che vedendo il velo di Tisbe sporco di sangue pensò che la sua amata fosse morta. Angosciato si pugnalò per togliersi la vita. Tisbe accorse subito e vendendo la scena a sua volta disperata si inferse un colpo al petto con lo stesso pugnale, il suo sangue giunse all’albero di gelso, tingendo di rosso tutti i candidi fiori bianchi. Ma prima di morire la Dea Atropo, una delle tre Moire, la più vecchia, con in mano le forbici che tagliavano il filo della vita, concesse a Piramo ancora un istante di vita. Lo sguardo di Piramo corse alla sua adorata Tisbe sembrando volerle dire: “muoio felice perché ti ho rivista. La giovane lo baciò ed entrambi morirono.
Il dipinto è “Romeo e Giulietta” opera del 1884 di Frank Dicksee che fu illustratore e pittore inglese nonché Presidente della Royal Academy.