Alla riscoperta di artisti del passato, ed in particolare in questo caso del 600, ecco emergere tra essi Luigi Miradori detto il Genovesino (1605 – 1656), nato a Genova ma ben presto emigrato a Piacenza e poi Cremona. Ed è proprio Cremona che offre un tributo a questo mastro d’arte ed esponente di spicco dell’allora Italia settentrionale con Genovesino “Natura e invenzione nella pittura del seicento” per la prima volta realizzando una mostra monografa allestita alla Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona.
Oltre cinquanta opere, in alcuni casi restaurate per l’occasione, sono giute da tutta Italia e dalle chiese del territorio lombardo, ma anche da importanti musei italiani e prestigiose collezioni private italiane ed estere.
Il Genovesino era molto richiesto dall’aristocrazia locale dell’epoca e da quella spagnola di cui don Álvaro de Quiñones governatore e castellano di Cremona fu suo principale commissionario oltre che mentore ed amico. Ritroviamo nel Genovesino, proprio in virtù delle committenze, eterogeneità di stili e temi. Un artista poliedrico che sperimentò anche espressioni letterarie e musicali (fu stimato suonatore di “colascione”).
Anche le opere esposte ripercorro questa pluralità di tematiche e nel percorso dell’exibition il visitatore potrà osservare dipinti di argomento religioso ma anche quelli con tematiche allegoriche fatte per il collezionismo privato (es sul tema della Vanitas) completano l’itinerario espositivo un gruppo di ritratti che riportano ad un’osservazione curiosa della quotidianità dell’epoca, ricca di annotazioni di costume, con l’utilizzo di chiaroscuri ammiccanti il Caravaggio.
La mostra è stata curata da Francesco Frangi dell’Università degli Studi di Pavia, Valerio Guazzoni, storico dell’arte e Marco Tanzi dell’Università del Salento ed è visitabile fino al prossimo 6 gennaio 2018.
By E.C.