di Riccardo Bramante
Nel quadro delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci le Scuderie del Quirinale hanno aperto, dal 13 marzo fino al 30 giugno, una grande mostra a lui dedicata: ma in questo caso non viene presentato tanto sotto l’aspetto del sommo pittore quanto, piuttosto, come ingegnere ed umanista che ha determinato il passaggio dal Medioevo all’Età Moderna con opere e progetti precursori del futuro.
“Leonardo. La scienza prima della scienza”, questo è il titolo della mostra che conferma, anche secondo le parole del curatore Claudio Giorgione, il nuovo modo che ha Leonardo di guardare la realtà verificando, misurando ed approfondendo i singoli aspetti avvicinandosi a quello che poi sarebbe stato il percorso scientifico sperimentale di Galileo.
Non a caso, infatti, nel “curriculum” che Leonardo presenta a Ludovico il Moro, signore di Milano, per essere assunto al suo servizio sono evidenziati nei primi dieci punti gli aspetti più strettamente ingegneristici della sua attività lasciando la pittura per ultima.
E’, dunque, il Leonardo tecnologico e scientifico quello presentato nella mostra con oltre 200 opere tra disegni e ricostruzioni di macchine da lui inventate per gli usi più disparati, dalla sega idraulica ad un complesso apparato per la filatura della lana (a quei tempi Milano era all’avanguardia per il trattamento di tale materiale), da un “carro automotore”, antesignano dell’automobile, all’”ala battente”, anticipatrice degli elicotteri. E c’è anche un Leonardo moderno ecologista che nei suoi disegni per l’ampliamento di Milano ricorre alle immagini della “città ideale” del Filarete, disegnando edifici e strutture di cui nella mostra c’è un esempio concreto negli originali portelli lignei della Conca di San Marco del Naviglio Martesana ancora ottimamente conservati.
Ma forse il materiale più interessante presentato sono i 10 bellissimi disegni del “Codice Atlantico”, prestati per l’occasione dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano e alcune pagine del “Codice Arundel”, provenienti da Ginevra, che raffigurano progetti di macchine militari ed armi, come la “catapulta” pensata per superare le mura fortificate o la “bombarda” e la “mitragliatrice a ventaglio” con 12 canne, precorritrice delle micidiali armi moderne.
Né di minor interesse è il “Trattato” di Francesco di Giorgio Martini, in prestito dalla Biblioteca Laurenziana, unico volume sicuramente appartenuto a Leonardo ed i due manoscritti della “Divina proportione” di Luca Pacioli a suo tempo realizzato per Ludovico il Moro e che Leonardo portò con se quando si trasferì in Francia ad Amboise.
Almeno in questa occasione, dunque, Roma diviene il palcoscenico per l’iniziativa “Leonardo: la città” che, oltre alla mostra presso le Scuderie del Quirinale, si esplicherà attraverso una serie di altri appuntamenti ed incontri in luoghi prestigiosi quali la Biblioteca Angelico ed il Teatro Argentina.
Articolo di Riccardo Bramante