di Riccardo Bramante
A partire dal prossimo 1° maggio il Giappone saluterà un nuovo imperatore con notevoli ripercussioni non solo politiche ma anche pratiche. Infatti, dopo oltre trenta anni di reggenza, il 30 aprile l’attuale imperatore Akihito lascerà, ad 85 anni, il trono in favore del principe Naruhito con una successione per la prima volta dopo 200 anni finalmente “indolore” in quanto avviene non per la morte del precedente imperatore, ma per libera scelta di quest’ultimo.
Con l’abdicazione di Akihito si chiude anche l’era Heisej, letteralmente “pace ovunque”, che era stato il motto che, secondo tradizione, Akihito stesso aveva scelto al momento in cui era salito al trono dopo le precedenti ere Meiji, Taisho e Showa che si erano succedute dall’inizio del Novecento.
Continuando nello stesso solco, il prossimo imperatore Naruhito ha scelto per rappresentare il suo regno il termine “Reiwa”, una parola composta da due ideogrammi che possono tradursi come “armonia e fortuna”, riprendendola da un’opera del Manyoshu, la più antica antologia di poesie giapponesi. Non a caso è stato scelto questo termine che, per la prima volta, fa diretto riferimento alla cultura giapponese e non più cinese come era stato sempre in precedenza. A buona ragione, infatti, lo stesso Primo Ministro giapponese, Shinto Abe, ha voluto ricordare che la citazione “esprime la ricchezza culturale della nostra Nazione”, mettendo, così, l’accento sul rinnovato spirito nazionalista che pervade oggi il Paese.
L’insediamento di Naruhito, 126° imperatore della più antica monarchia del mondo, avrà conseguenze non solo simboliche ma anche pratiche, ad esempio per quanto riguarda il calendario, dato che in Giappone è ancora in vigore il sistema “nengo”, una sorta di calendario parallelo a quello gregoriano in uso in occidente, importato dalla Cina intorno all’anno 700, che si compone del nome dell’era e del numero di anni trascorsi dall’inizio del mandato imperiale (un pò come anche noi italiani abbiamo sperimentato durante l’era fascista), per cui l’ascesa al trono di Naruhito segnerà l’inizio di “Reiwa 1”, con conseguenze pratiche anche sui documenti ufficiali che dovranno essere tutti aggiornati per riportare, magari accanto alla data del calendario gregoriano, anche il riferimento alla nuova era.
Ma ciò che maggiormente si teme sono i possibili effetti di confusione che potranno crearsi nei sistemi informatici che, come è noto, riportano le date con due soli decimali; si teme, cioè, un nuovo “millennium bug”, simile a quello che si è verificato nel mondo quando siamo entrati nell’anno 2000, tanto più che, stando almeno ai controlli pubblici effettuati, circa il 20% delle società non ha ancora effettuato alcuna forma di prevenzione al riguardo.
Artidolo di Riccardo Bramante