di Ester Campese
Chi dice che in tempo di pandemia non si fa più nulla? Non è certamente il caso del Rotary Club Roma Aniene, sotto la cui presidenza della pregevole Sara Iannone, riesce a dare impulso ed eccellenza ad ogni evento organizzato, anche quando fatto sul Web. E’ il caso dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi su piattaforma Zoom, voluto proprio dalla Presidente Sara Iannone e realizzato in interclub.
Hanno aderito a questa interessante meeting, curato Massimo Bordignon, segretario del Rotary Club Passport Italia, alla presenza del Governatore Giambattista Mollicone, ben 5 club; il Roma Sud-Est, il Roma Cassia, il Club Ostia e quello di Roma Acquasanta ed ovviamente il Rotary Club Roma Aniene.
L’avvincente tematica incentrata sugli inni è stata magistralmente illustrata dal professor Michele D’Andrea, storico risorgimentale, attraverso una sua originale presentazione con aneddoti succulenti e divertenti oltre ad intermezzi di canti e confronto tra inni. Non solo dunque quello del nostro Paese, ma anche d’oltralpe, da quello Francese a quello Inglese e fino all’inno Americano.
Una disquisizione piacevolissima davvero coinvolgente che ha visto la partecipazione numerosissima di soci ed ospiti fino a quasi 100 persone, tra cui anche la principessa Elettra Marconi Giovanelli, socia onoraria del Club Roma Aniene.
Scopriamo così che “il canto degli italiani” vero nome del nostro inno, fu scritto nel 1847, come molti sanno, da un giovanissimo ragazzo genovese, Goffredo Mameli, poco più che ventenne. E’ lui infatti l’autore del testo, ma il compositore, che forse è meno conosciuto, fu Michele Novaro, anche lui giovassimo ragazzo genovese, poeta e combattente, che appassionatamente ne musicò le parole.
Dal 1946, con la nascita della nuova Repubblica Italiana, si decise che provvisoriamente “Il canto degli italiani” potesse essere impiegato come Inno Nazionale. Mai come le cose provvisorie sono tra le più definitive e tra alterne vicende l’inno ha traguardato indenne il 1980. In questo periodo ha rischiato di essere sostituito da “Va’ pensiero” tratto dal “Nabucco” di Giuseppe Verdi, considerato musicalmente più gradevole. Finalmente il 4 dicembre del 2017, solamente poco più di tre anni fa, l’inno di Mameli, è stato riconosciuto ufficialmente dallo Stato Italiano come inno nazionale.
L’iniziativa voluta dalla Presidente del Rotary Club Roma Aniene, Sara Iannone, si innesta in quello che è il programma da lei promosso per l’anno 2020/2021 che vede anche con il coinvolgimento di tutto il distretto 2080 per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dall’istituzione di Roma Capitale, avvenuta nel 1871 e coincidente anche con i 160 anni dell’Unità d’Italia, che si festeggia il 17 marzo prossimo.
E’ necessario, quanto mai in questo momento storico straordinario, prendere spunto dal nostro glorioso passato, attingendo ai grandi valori ed azioni che hanno fatto grande il nostro Paese. Faremo fattivamente leva su tali valori per risollevarci e riprogettare un nuovo futuro da consegnare integro alle giovani generazioni. Questo lo spirito che anima il Rotary Club Roma Aniene e non solo.
Vogliamo concludere che il nostro inno è davvero molto bello ed anche il filoso Friedrich Nietzsche, una delle figure storiche ragguardevoli e tra i massimi filosofi e scrittori di ogni tempo, rammentava che gli inni nazionali in sintesi sono l’immagine del popolo di quella nazione.