La “Madonna” dell’opera lirica Cecilia Bartoli
di Emanuela Mari
Il 4 Giugno Cecilia Bartoli ha festeggiato il suo cinquantacinquesimo compleanno.
Romana di nascita ma naturalizzata svizzera, Cecilia Bartoli è uno dei più amati e apprezzati mezzosoprano a livello internazionale. La sua carriera è multiforme. Inizialmente interprete di ruoli mozartiani e rossiniani, si è dedicata poi con crescente interesse e successo alla riscoperta di opere meno conosciute ed eseguite, particolarmente quelle appartenenti al repertorio barocco e classico.
Le sue doti di artista esuberante, la sua originalità, unite ad un tenace e intenso studio, le hanno consentito e le consentono di potersi cimentare in ruoli vocali diversissimi. Coraggio, determinazione, capacità di affermare se stessa senza paura, ne hanno fatto un’artista fuori dagli schemi. Imprenditrice, infaticabile lavoratrice sulla propria voce, imprevedibile, mai scontata.
Bartoli combinazione tra arte, pensiero, ricerca scientifica e passione
Ma la sua vivace intelligenza, la sua eccezionale musicalità e la sua carismatica presenza sul palcoscenico non sono le uniche doti che possiede. La Bartoli sa combinare arte e pensiero, ricerca scientifica e passione, come testimonia la sua attività canora anche nella contaminazione tra generi musicali diversi. Grazie a tutto ciò, risulta essere completamente sganciata dall’immagine del mezzosoprano tradizionale, un’artista in grado di entusiasmare anche il pubblico giovane. Per capacità di trasformazione, originalità e marketing di se stessa la considererei, senza dubbio, come la “Madonna” della lirica.
Lanciata da Pippo Baudo in “Fantastico”, poco più che ventenne ha conquistato il mondo della lirica internazionale, ricevendo inviti dal Festival di Salisburgo, Metropolitan di New York, Covent Garden di Londra. Per trent’anni si è esibita regolarmente al Teatro dell’Opera di Zurigo, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Philharmonie di Parigi, al Musikverein di Vienna, alla Philharmonie di Berlino. Attualmente è direttrice artistica del Festival di Pentecoste di Salisburgo, con un contratto prorogato fino al 2026. Dal 2016 lavora regolarmente con Les Musiciens du Prince – Monaco, orchestra nata grazie a una sua iniziativa, per la quale le è stato concesso il patrocinio della famiglia regnante monegasca.
Dal 2023 direttrice dell’Opéra di Montecarlo
Dal Gennaio 2023 sarà direttrice dell’Opéra di Montecarlo. Prima donna nella storia del teatro ad assumere questo incarico! Eppure la sua voce non è straordinaria né particolarmente dotata naturalmente. Piuttosto, sapientemente costruita con lo studio, come ho già scritto. E’ una voce da sala di registrazione, più che da teatro, in quanto non molto potente.
Per questo, e per altri motivi, essa è stata ed è molto criticata dai puristi del bel canto (soprattutto in Italia, guarda caso…) che, giustamente, valutano basandosi su intoccabili parametri classici di perfezione tecnica. Personalmente non vedo il problema: una buona voce da sala di registrazione non ha meno valore di una potente e ricca voce teatrale. Hanno due funzioni diverse, entrambe importanti. In più ho sempre ritenuto che oggi come non mai, per il successo sono più importanti un’efficace espressività e capacità di comunicazione con il pubblico, piuttosto che impeccabili ma più fredde esecuzioni.
La sua discografia è molto ricca e varia. Negli ultimi anni le registrazioni sono state da lei dedicate ai brani barocchi – poco conosciuti – scritti per gli evirati cantori (di cui mi sono occupata in uno degli scorsi articoli). Si tratta di pezzi di Vivaldi, Rossini, Handel, ovviamente assai difficili che richiedono grande virtuosismo e agilità. La Bartoli, ancora una volta sfidando se stessa e il pubblico, li propone con lodevole bravura e destrezza, regalando a queste opere una nuova luce e un nuovo sapore.
Che altro scrivere di una donna incredibile e un’artista unica al mondo? Che è Italiana!