Nell’osservare le opere di Serafino Sanna, non si può non restare incantati. Lui ti trasporta immediatamente in un mondo di fiaba ed amore, con le sue fate ed i suoi boschi. Immagini metaforicamente racchiuse nei suoi boschi che inneggiano all’amore per la donna vissuta da questo artista proprio come una fata magica. La sua tecnica mista di disegno include inchiostri e pastelli colorati eseguiti a mio giudizio alla perfezione. Una goduria per la vista ogni suo componimento.
Spesso le figure femminili di Serafino Sanna sono nude, ma efebiche ed elegantissime, belle e sensuali nelle loro posture, che non abbisognano di alcun orpello o vestimento fornito, semmai, dalla circostante natura boschiva. I capelli di queste fate spesso sono rappresentati da edera o felci e tutt’intorno a far da sfondo tronchi d’albero, liane e frutti di sottobosco come funghi e con un simbolismo presenti anche quelli stupendi rossi e venosi.
Sembra quasi allegoricamente suggerire che queste fate ambientate in un luogo protetto e quasi nascosto, in se hanno anche il pericolo del veleno fungino come ad esempio l’amanita muscaria. In altre opere carote, pere uva e drappi rossi, ma anche rose, e spine, ed in una in particolare anche una coccinella portafortuna, tutti simpatici simbolismi che l’artista desidera includere come un messaggio velato a sottendere la passione di queste affascinanti fate.
Nel caso in cui la chioma delle fate non venga rappresentata da elementi prestati dalla natura, per lo più la nuance è chiara o bionda, come si addice alla più iconica di queste figure fiabesche.
Ma non solo giovani fate, mi ha affascinato un dipinto in cui invece vi è una donna anziana che prega raccolta, rappresentata in modo molto delicate e quasi struggente al contempo.
In altri lavori dell’artista Serafino Sanna troviamo invece un rimando all’esotico Egitto dove prevale una figurazione che fa emergere la parte architettonica dei luoghi rappresentati, più che le figure umane, mai assenti, ad ogni modo, nelle sue opere.
Molti degli osservatori possono senz’altro comprendere empaticamente la quasi venerazione provata da Serafino Sanna sia per la natura che la donna che questo artista sa ben trasmettere nelle sue opere.
Nel complesso trovo le sue composizioni eleganti ed ordinate, con chiarezza d’intento e con campiture di colore morbidamente sfumate che in qualche modo mi rammentano le atmosfere rarefatte del belga Leon Spilliaert che quasi comparerei a suggestivi acquarelli, ma che contestualmente sanno trasmettere forza, passionalità, intensità ed emozione. Tutti tratti che rendono protagonista il sentire di Sanna nei suoi lavori, declinati in maniera originale e personalissima ed aggiungo in modo davvero gradevole.
Di Ester M. Campese