Roma, 23 ottobre 2019 – È stato presentato a Roma, presso l’Associazione della Stampa Estera, il Pink Shuttle, primo e unico servizio di trasporto che permette finalmente più mobilità alle donne di Kabul, in un paese minacciato dal ritorno del fondamentalismo talebano.
Da un’idea di Nove Onlus e grazie alla collaborazione con OTB Foundation, oggi si apre una nuova speranza per l’emancipazione femminile in Afghanistan. Dopo anni di impegno sul territorio, l’associazione ha lanciato un progetto capace di trasformare la limitazione della libertà delle donne in un’opportunità accettata dalla cultura locale: il Pink Shuttle. Un servizio di trasporto tutto al femminile: donne alla guida di navette che trasportano solo donne.


Il progetto, reso possibile anche grazie al finanziamento di USAid, supporta la libertà di movimento delle tantissime donne afghane che, a causa di pesanti retaggi culturali non hanno altra possibilità di raggiungere autonomamente i luoghi di lavoro o di studio o di accedere a servizi di base.
Il progetto dà seguito a un’altra iniziativa di Nove Onlus: la scuola guida femminile, che ha permesso in tre anni a 195 donne di prendere gratuitamente la patente a Kabul, città in cui poco più di 3.000 donne hanno preso la patente nei 18 anni trascorsi dalla caduta del regime talebano a oggi. I corsi di guida riprenderanno nel 2020 grazie al finanziamento di Tavola Valdese e The Nando and Elsa Peretti Foundation.

Avviata nel maggio 2019, la fase pilota del Pink Shuttle durerà fino a marzo 2020 e prevede circa 100 utenti regolari del servizio. L’Associazione sta elaborando con gli stakeholder un piano di gestione per il graduale raggiungimento della sostenibilità e lo sviluppo del servizio. L’obiettivo è convertire il Pink Shuttle da un’attività gestita da un’organizzazione no profit a un vero e proprio servizio commerciale, gestito direttamente da donne afghane.
“In tanti ci hanno detto che il Pink Shuttle è particolarmente rischioso, e forse hanno ragione”, ha detto Susanna Fioretti, Presidente di Nove Onlus.

“Va nel senso della tradizione, perché tiene donne con donne, anche se vedere una donna al volante a Kabul è ancora abbastanza raro e suscita delle reazioni di vario tipo: sorpresa, incoraggiamento, insulti o forse peggio”. La fase sperimentale del Pink Shuttle “è molto importante perché ci dà la misura di quelli che sono i rischi, i difetti, le cose da aggiustare, i possibili sviluppi”, ha aggiunto. “Al momento è gratuito ma prevediamo, se continuerà a svilupparsi in questo modo e se avremo il supporto dei nostri partner per il futuro, che diventi la prima piccola impresa afghana di trasporto tutta al femminile, e quindi metta delle basi che continuino e non sia un progetto che muore con chi l’ha disegnato, ma diventi una cosa afghana voluta e sostenuta dagli afghani stessi. Ringrazio OTB Foundation per aver creduto in un progetto in cui altri non hanno creduto”.
“Il motivo principale per il quale OTB Foundation ha inizialmente deciso di sostenere il Pink Shuttle, tra i progetti vincitori del bando indetto un anno fa dalla nostra Fondazione, è per la finalità che l’iniziativa si propone di raggiungere: l’emancipazione femminile, costituisce un tema a cui guardiamo da sempre con particolare sensibilità”, ha commentato Arianna Alessi, Vicepresidente di OTB Foundation. “L’aspetto innovativo e ambizioso che questa iniziativa porta con sé, ha poi spinto la nostra Fondazione verso un maggiore coinvolgimento nel progetto ideato da Nove Onlus, contribuendo a concretizzare un servizio di trasporto tutto al femminile, il primo ed unico in questo territorio. Mi auguro davvero che il rilancio di questa iniziativa possa riaccendere i riflettori sulle condizioni di moltissime donne che, alla soglia del 2020, vedono ancora imporsi così grandi limitazioni alla propria libertà individuale”.


È intervenuta in seguito la principessa d’Afghanistan India Durrani, la quale si è detta “commossa del fatto che vi occupiate delle mie sorelle afghane. L’Afghanistan è un paese ricco e con un grande potenziale, le donne afghane hanno bisogno di educare gli uomini e i loro figli affinché tutti possano mettere a frutto questo potenziale”.
“Il Pink Shuttle è un’eccellente idea”, ha commentato Alberto Cairo, socio di Nove Onlus e responsabile dei centri ortopedici di ICRC in Afghanistan. “Dare opportunità alle donne in Afghanistan di fare qualcosa di diverso, di sovversivo se si vuole, è estremamente importante. Naturalmente va fatto a piccoli passi, per non creare problemi alle donne stesse, ma è decisamente un passo avanti. A Kabul guido regolarmente e vedo pochissime donne al volante, ma dovreste vedere l’orgoglio e il coraggio che hanno di buttarsi in mezzo al traffico. Il Pink Shuttle può e deve espandersi per contribuire veramente all’emancipazione femminile”, ha chiuso Cairo prima di accennare alle altre attività in Afghanistan di Nove Onlus.

Di VipGlam

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