Eccola Margò, bellissima nella sua semplicissima quiete pop, irruente quando serve, decisa nelle dinamiche. Esce questo suo primo disco dal titolo “Mare di pensieri” e la produzione ormai è consolidata nelle mani di Matteo Gabbianelli della Kutso Noise Home. Sono colori digitali, colori di pastello e di carattere deciso, sono canzoni pulite sempre in cerca della soluzione in bilico tra eros e glam pop. Nessuna ricerca sul fronte digitale, niente che gridi al futuro… però ci piace, per quella strana ragione che non sai definire a priori… d’istinto, ci piace…

La bellezza, l’estetica e il glam… ingredienti presenti, eleganti e mai sfacciati dentro la scena del tuo disco. Non trovi?
Mi fa molto piacere che siano stati notati anche questi aspetti, ma probabilmente sono trapelati senza la mia intenzione. Scrivere questi brani per me è stato liberatorio, catartico, ho voluto dare voce ai miei pensieri e spesso ho descritto il mio modo di percepire ciò che mi circonda, diciamo quindi che la mia attenzione nella scrittura era diretta al mio “mare di pensieri”, ma sono contenta che si percepisca anche questo.

Che rapporto hai con il tuo corpo? E quanto questo contamina le intenzioni e la forma della tua scrittura?
C’è voluto tempo per acquisire un buon rapporto con il mio corpo, ma adesso sono molto più sicura di chi sono, fuori e dentro.La scrittura mi ha aiutata molto in questo processo, quindi la consapevolezza di chi sono anche esteticamente sicuramente permea i miei brani.

Anche la produzione… è molto attenta al tuo corpo… ci hai fatto caso o sto vaneggiando? Come a dire: sono canzoni che ti vestono bene addosso…
Sì, è vero. Sono stata molto fortunata ad iniziare questa collaborazione con il mio attuale produttore Matteo Gabbianelli, che ha saputo aiutarmi a vestire i miei brani… è stato un ottimo “sarto”.

Elettronica e suoni moderni ok… ma hai mai pensato ad una dimensione bohémien, di sintesi, di chitarra e voce?
Certo! È così che sono nate tutte le canzoni di questo disco (piano e voce o chitarra e voce). Spesso utilizzo proprio questa formula nei live, oltre alla formazione in full band.

E a proposito di glamour: perché l’omaggio a Raffaella Carrà?
È stato un esperimento fatto in studio insieme a Matteo, nata un po’ come una sfida da parte sua. Abbiamo tirato fuori questo aspetto un po’ dark che si nascondeva anche nella versione originale. Sono davvero contenta di aver reso il mio piccolo omaggio ad un’artista iconica del pop italiano.