Dal Motown al Nu-Soul, da quel glam sfacciatamente losangelino alle diramazioni dance più europee. Luca Soul Signorini torna con un nuovo singolo firmato anche dalla preziosa collaborazione di Eugenio Mori alla batteria. Esce in radio e dentro tutti i canali “Refill”, sottili riflessi di luce dentro un modo di pensare alla vita con leggerissima quiete, un downtempo spirituale dentro ritmiche che portano con se visioni e potenze cinematiche. E si veda a tal proposito il video ufficiale che porta la firma di un’altra storica collaborazione, quella con Leo Inverardi.
Di sicuro il soul impera. Un suono losangelino che però deve molto al futuro vero?
L’idea del brano è precisa fin dall’idea iniziale. Nasce da una precisa volontà, una commistione di stili che attraversano virtualmente il soul più moderno, dai Florence and the Machine al Moby di Play per riportarlo sulla strada del classico, tipo Wilson Pickett, quello di Mustang Sally per intenderci. È certamente vero che il mondo punta a una sonorità d’oltreoceano, ma lo studio è certamente più complesso e articolato rispetto la resa che comunque debbo dire è risultata assolutamente immediata e attuale.
Bello il video. Sono contributi open source, vero? Come li hai scelti? Emancipazione e lusso in un dialogo internazionale?
Il procedimento è “semplice”: mi affido da tempo a Leo Inverardi con il quale si è instaurato un rapporto artistico profondo. Se non altro ora mi traduce velocemente, in quanto il montaggio, la scelta delle immagini e la storia le costruiamo con lunghissimi discorsi che spesso ci portano a divagare ma anche a trovare ellissi di ragionamento che applicati alla trama, ci trasportano sulla strada dell’evocazione, delle visioni. Difficilmente utilizzo “il racconto” nel testo come nelle immagini e viro decisamente sulla provocazione velata e non gratuita, uscendo dagli stereotipi grazie alla possibilità di leggere all’interno della canzone e del video diverse sotto tracce, il più delle volte sconosciute anche a noi, perlomeno all’inizio. È un metodo stimolante, libero, curioso e reciprocamente artefice di una sorta di analisi profonda, viscerale e alcune volte sorprendente.
L’amore ma anche se stessi: il vero cuore della canzone?
Il cuore della canzone? Batte intermittente, il suo pensiero segue il flusso delle emozioni, un susseguirsi feroce di contraddizioni che lasciano spazio in taluni casi a pensieri lucidi e al quanto folli che però conservano una certa predisposizione naturale nello scavare tra le pieghe del cuore, concedendoci con un po’ di sarcasmo e autoironia ad attimo di dimenticanza. Confesso che non è facile afferrarle… ma è frutto di un percorso estremamente chiaro che ho sull’uso della parola e della tecnica di scrittura.
E di questa voce femminile decisamente “nera”? Il soul passa anche per questo…
Volevo un forte contrasto con la mia tonalità e modo di cantare, fin dall’inizio la scelta è caduta su Mary una ragazza che canta in diverse band di cover, qui nella zona del sud-ovest. Ho cercato in post-produzione di utilizzare il suo provino con un “buono la prima” e abbiamo fatto in modo di lasciare questa spontaneità nonostante il lavoro sull’editing finale che doveva esplodere in un tripudio di energia e freschezza. Credo che con la collaborazione di tutti ci siamo riusciti.
Il featuring con Eugenio Mori? Un traguardo isolato o stai pensando a un progetto sulla lunga distanza?
Lavorare con Mori come in passato con Barusso, Bassi, Casali, Bignardi, Pino Di Pietro, Brando sono stati elementi di crescita e condivisione, in prima istanza naturali e spontanei, dettati da reciproca stima, conoscenza e coerenza artistica nel brano e nella sua forza. Solitamente le collaborazioni più belle nascono dal brano stesso che mi guida all’individuazione del musicista, produttore più affine a quel momento, a quella canzone e a quel sentimento. La condivisione, la contaminazione ma soprattutto la spontaneità che viene paradossalmente calamitata dal progetto stesso è il vettore su cui si sposta l’intero impianto emotivo del pezzo e devo dire di aver seguito sempre con rispetto il mio istinto, senza dovermi pentire, soprattutto con Eugenio e Refill.