La legenda della Dea Freya ha ispirato la stupenda opera della realizzazione del volto femminile in primo piano “Le lacrime di Freyja”, realizzata da Anne Marie Zilberman, pittrice contemporanea francese che ha studiato arti grafiche a Parigi, e dopo il diploma ha lavorato come pubblicitaria e in seguito come stilista per alcune note case di moda, tra cui Kenzo.
Anne Marie Zilberman, suo malgrado è diventata “famosa” per l’erronea attribuzione del dipinto da lei realizzato, a Gustav Klimt, subito smentito, ma verosimilmente accaduto per l’assonanza di stile ed in particolare per l’utilizzo della foglia d’oro impiegata per simboleggiare le lacrime che versa la protagonista del quadro, ma anche per quell’intrinseco fascino sensuale e sognante che sprigiona il dipinto e che è presente anche nelle opere di Klimt.
Per risalire alla leggenda che ha ispirato il quadro vi diciamo che, nelle sue molteplici manifestazioni la Dea Freyja, risalente alla della mitologia nordica, nella religione tradizionale pre-cristiana dei popoli della Scandinavia, era considerata la dea della fertilità, della guerra, della seduzione e dell’amore, della bellezza e dell’oro, nonché delle virtù profetiche. Narra la leggenda che ogni volta che il marito Odur si allontana per dedicarsi ai propri doveri, la splendida elfa piange lacrime d’oro, per amore, tingendo l’alba dei suoi colori vividi. E, anche quando i due amanti si ricongiungono, al calar del sole, il pianto colora l’orizzonte di caldi toni dorati.
Tornando al dipinto “Le lacrime di Freyja”, se si confrontano attentamente le opere dei due artisti, Klimt e Zilberman, si possono apprezzare le significative differenze delle “pennellate” che risultano dense e materiche per Anne Marie Zilberman, mentre sono fluide e delicate per Gustav Klimt. Klimt inoltre amava dipingere le proprie donne ponendo l’accento solamente sulle labbra, mentre l’opera in questione “Le lacrime di Freyja”, ma anche altre donne dipinte dall’artista francese sono proposte con un trucco, in generale, più accentuato che include, oltre le labbra, anche le gote e gli occhi.
By Ester M. Campese