di Riccardo Bramante
In occasione di una conviviale del Rotary Club Roma Aniene, sono state presentate alcuni quadri del pittore russo Serghey Teplyakov che hanno riscosso, a ragione, un notevole successo.
Non ancora molto noto in Italia, Teplyakov è nato in una famiglia di artisti (il nonno, Mikhail Taraev è autore di opere che ancora oggi adornano a Mosca edifici pubblici come la monumentale vetrata “Prima Cavalleria”), ha frequentato l’Università Statale di Arti e Industria Stroganov, una delle più antiche istituzioni russe specializzata nel disegno industriale e nelle arti monumentali e decorative. Quando ancora frequentava l’Università è stato chiamato a lavorare per il restauro dei fregi e dei frontoni dell’Hotel Metropole, a Mosca, gioiello dell’art nouveau e tuttora luogo di incontro di artisti provenienti da tutto il mondo.
Teplyakov ha, poi, partecipato al restauro del famoso complesso artigianale “Gzhel” dove fin dal XIV secolo si fabbricano le tipiche ceramiche russe con fantasie floreali su fondi bianchissimi. Qui ha avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza delle caratteristiche tecnologiche e le tecniche decorative utilizzate per la progettazione e realizzazione di oggetti artistici.
Dopo altre esperienze nel campo della ceramica e della porcellana, dal 2003 Teplyakov ha iniziato a dedicarsi esclusivamente alla pittura dopo aver studiato in modo approfondito le tecniche dei grandi pittori del Rinascimento e del Classicismo da cui ha appreso ed interpretato in modo tutto personale gli studi sulla luce e sugli spazi naturali tanto da essere accostato al genere pittorico tipico del Nord Ovest europeo del Cinquecento e del Seicento (in particolare olandese e fiammingo) e addirittura al Caravaggio di cui riprende quella pittura “più vera del vero” in una sintesi unica di tradizione classica e interpretazione moderna.