Bologna, 13 maggio 2020 – In continuità con le precedenti tappe Di bocca in bocca alla Pinacoteca Nazionale nel 2018 e Come se fossi io, tu al Museo Davia Bargellini nel 2019, Inquietudini è la configurazione assunta dalla terza tappa del progetto L’Anima Esposta ideato e realizzato da Ateliersi, collettivo di produzione artistica di base a Bologna che opera nell’ambito delle arti performative e teatrali, come indagine sugli elementi che portano un’anima verso l’avvicinamento alle opere d’arte sul piano intuitivo, analogico ed emozionale, attraverso l’organizzazione di workshop rivolti alle cittadine e ai cittadini di Bologna.
Così come nelle prime due esperienze i partecipanti al laboratorio esploravano le sale museali per poi scegliere un’opera su cui lavorare in cui si erano riconosciuti per la postura del soggetto, l’espressione, la relazione con il contesto e con le altre figure rappresentate, in questo terzo momento, in cui si rinnova per il secondo anno consecutivo la collaborazione con i Musei Civici d’Arte Antica dell’Istituzione Bologna Musei, l’interazione site specific è avvenuta con il patrimonio permanente delle Collezioni Comunali d’Arte con il coinvolgimento, per la prima volta, di un istituto scolastico e dei suoi giovani allievi, in questo caso l’Istituto Tecnico Aldini Valeriani di Bologna.
Nella sua organizzazione originaria, il progetto avrebbe dovuto prendere avvio lo scorso 11 marzo negli spazi espositivi al secondo piano di Palazzo d’Accursio, coinvolgendo gli studenti con l’obiettivo di approfondire le dinamiche relazionali durante l’età adolescenziale e il rapporto con la loro raffigurazione artistica. Le sessioni avrebbero dovuto svolgersi durante gli orari di apertura al pubblico, in modo che i visitatori potessero imbattersi con i gruppi di giovani al lavoro sull’esplicitazione del proprio rapporto personale con le opere d’arte selezionate, nello specifico di genere ritrattistico.
Contestualmente al lavoro in museo, condotto da Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, direttori artistici di Ateliersi, i partecipanti avrebbero dovuto elaborare sul piano linguistico e di produzione teatrale e performativa la lettura di materiali della giornalista e saggista Lea Melandri risalenti al periodo, tra 1981 e 1985, in cui curava la conduzione di una rubrica epistolare intitolata Inquietudini sul settimanale “Ragazza In”, da qui il titolo il progetto, rispondendo agli stimoli forniti dalle lettere scritte quarant’anni fa e aprendo spazi di discussione e creazione di nuove elaborazioni linguistiche.
Al termine degli appuntamenti laboratoriali, la conclusione dell’intero percorso sarebbe dovuta essere suggellata dalla partecipazione degli allievi e delle allieve al reading drammaturgico aperto al pubblico La mappa del cuore, ideato da Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni, con l’introduzione della stessa Lea Melandri in programma sabato 16 maggio sul palco del LabOratorio di San Filippo Neri.
Tuttavia, le misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19 assunte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con la sospensione, prima, delle attività didattiche negli istituti scolastici e, poi, del servizio di apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura e la chiusura su tutto il territorio nazionale, a pochi giorni dall’inizio hanno imposto la necessità di rimodulare le tempistiche e metodologia di svolgimento di tutte le fasi del progetto, mantenendone però inalterato l’obiettivo principale: la sperimentazione pratica delle proprie potenzialità espressive e immaginative da parte dei giovani cittadini coinvolti.
Ecco dunque che il percorso di riflessione ripensato intorno ai suoi due nuclei significanti – il confronto di ogni partecipante con una “sua” lettera e un “suo ritratto” – attraverso cui sviluppare un dialogo identitario da cui partire per il lavoro espressivo – si è trasferito on line, davanti alla webcam assumendo la forma di un ciclo di 5 incontri laboratoriali svolti in un’aula virtuale per i 24 studenti, di cui 10 ragazze e 14 ragazzi, della classe 3C di Grafica e Comunicazione dell’Istituto Tecnico Aldini Valeriani, iniziato in aprile e che si concluderà domani.
Durante l’intero workshop gli studenti e le studentesse hanno agito sempre da protagonisti attivi, nella lettura, nella riflessione e nella condivisione collettiva dei pensieri, in questo senso il lavoro compiuto è frutto di un intreccio tra il percorso personale e il percorso condiviso con la classe.
Passare dal piano di un’interazione fisica tra i corpi a quella di una condivisione on line ha aggiunto un elemento fortemente significante non inizialmente previsto nell’originaria fase ideativa del progetto. I dettagli delle stanze al cui interno i ragazzi e le ragazze si sono ripresi al lavoro hanno finito con l’aggiungere un livello di personalizzazione ancora più potente.
A proseguimento di un percorso che, in un momento di costrizione e di chiusura dei luoghi formativi e culturali, si è immaginato nuove forme e nuovi processi, non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno tutte le parti coinvolte auspicano di poter realizzare presso le Collezioni Comunali d’Arte una sessione finale di lavoro in cui ogni giovane partecipante possa confrontarsi in presenza con il “proprio” ritratto scelto durante il workshop, oltre a riprogrammare il reading dalle lettere di Lea Melandri dopo la riapertura dei pubblici spettacoli.
Inquietudini è un progetto di Ateliersi, collettivo di produzione artistica che opera nell’ambito delle arti performative e teatrali. La sua produzione si compone di opere teatrali e interventi artistici in cui il gesto performativo entra in dialogo organico con l’antropologia, la letteratura, la musica e le arti visive per favorire una comunicazione del pensiero capace di intercettare inquietudini e prospettive che coagulano senso intorno ai sovvertimenti che si manifestano nel mondo.
Inquietudini è realizzato con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che ha finanziato il percorso formativo della classe 3C Grafica e Comunicazione dell’Istituto Tecnico Aldini Valeriani permettendone la gratuità, e in collaborazione con l’Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica nell’ambito di un impegno finalizzato ad abbassare la soglia psicologica di accesso al patrimonio artistico, trasformando i musei in luoghi di incontro ed elaborazione.
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa Istituzione Bologna Musei