di Riccardo Bramante
“Il traditore”, già presentato con successo al recente Festival del Cinema di Cannes, è stato indicato dall’ANICA a rappresentare l’Italia per concorrere all’Oscar 2020 nella sezione International Feature Film che raccoglierà i migliori cinque film stranieri alla prossima manifestazione che si terrà come ogni anno a Los Angeles.
La designazione non è giunta inattesa, anche se ha dovuto concorrere con altri quattro film italiani di grande rilievo (“Martin Eden” di Pietro Marcello, “La paranza dei bambini” di Claudio Giovannesi, “Il primo re” di Matteo Rovere e “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis); ora bisognerà attendere il 13 gennaio quando verrà resa nota la inquina finale dei candidati all’Oscar che sarà assegnato nel corso della cerimonia prevista per il 9 febbraio prossimo.
Come è noto, il film ha vinto il “Nastro d’argento” 2019 ed è uscito nelle sale italiane il 23 maggio, proprio in coincidenza con il 27° anniversario della strage di Capaci in cui trovò la morte, tra gli altri, anche il giudice Giovanni Falcone che è, appunto, uno dei personaggi principali del film insieme a Tommaso Buscetta che ne è il protagonista impersonato da uno strepitoso Pierfrancesco Favino, da molti critici paragonato a Marlon Brando ed Al Pacino dei vari “Il padrino”.
La pellicola narra le tormentate vicende del mafioso Tommaso Buscetta e delle guerre per bande delle cosche siciliane dei corleonesi e dei palermitani negli anni ’80 che culminarono nella uccisione dei figli rimasti a Palermo dopo la sua fuga in Brasile, nel suo successivo arresto ed estradizione in Italia dove iniziò a collaborare con Giovanni Falcone fino al Maxiprocesso e alla sua testimonianza contro Giulio Andreotti che però gli si rivolse contro per cui fu nuovamente trasferito sotto copertura negli Stati Uniti dove morì nel 2000.
Merito di Marco Bellocchio è quello di aver raccontato i fatti senza retorica né spettacolarità, con una tecnica di straniamento” dalle vicende descritte che ricorda il miglior Bertold Brecht di alcune sue opere, superando la stessa cronaca con una concretezza che confonde finzione e realtà, in ciò coadiuvato da un eccellente Piefrancesco Favino che, oltre ad essersi calato in una straordinaria mimesi fisica con Buscetta, ne evidenzia perfettamente il dualismo tra afflato umano ed istinto criminale, tra amore e rimorso paterno, tra cinismo e solidarietà.
E’, in definitiva, un film altamente civile che ricorda quasi le tragedie greche in cui il fato incombe sui personaggi resi impotenti di fronte alle vicende che li vedono attori e vittime allo stesso tempo. Da non dimenticare anche il valido supporto della colonna sonora opera del maestro Nicola Piovani e la citazione del sempreverde “Va pensiero” emozionante e calzante.