Nei locali dell’ex Mattatoio di Roma si apre venerdì 25 maggio la mostra “Andrea Pazienza: trent’anni senza” dedicata, appunto, al fumettista, pittore ed insegnante, più noto come Paz.
Nella mostra, curata da Stefano Piccoli co-fondatore di “Arf!” saranno presenti oltre cento opere, per la maggior parte date in prestito per l’occasione dalla moglie Marina Comandini, tra cui un enorme pannello composto da otto tele di oltre due metri eseguito dall’autore in occasione del “Festival della Satira” tenutosi al Luneur di Roma nel 1983.
Soprattutto noto agli amanti del settore, Pazienza, nato nel 1956, dopo alcune limitate esperienze, si iscrive al DAMS di Bologna nel 1974 e si fa notare con il fumetto “Le straordinarie avventure di Pentothal” in cui fa rivivere le atmosfere di contestazione universitaria dell’epoca. Passa, poi, a collaborare con il settimanale di satira “Il male” e fonda, con il giornalista e disegnatore Vincenzo Sparagna, il mensile “Frigidaire” su cui compare per la prima volta, nel racconto “Giallo scolastico”, il suo personaggio più noto: Zanardi, creatura cinica e amorale che ben rappresentava la generazione contestatrice dell’epoca.
Accolto allora con grande interesse ed entusiasmo, ancora oggi può dirsi che “Frigidaire” sia stato un progetto di comunicazione totale in cui si fondeva, mediante racconti diversi, fumetto, arte, satira, politica in una specie di enciclopedia post-moderna in cui l’antropologia del presente veniva proiettata nel futuro.
E’ un periodo in cui Pazienza sforna vignette e storie con una velocità impressionante, firmando nello stesso tempo manifesti cinematografici (suo quello della “Città delle donne” di Fellini e quello di “Lontano da dove” per la regia di Stefania Casini e Francesca Marciano), videoclips, copertine di dischi e campagne pubblicitarie.
Oltre al fumetto, le sue opere più strettamente pittoriche sono presentate alla rassegna “Registrazioni di frequenza” presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna e alla mostra “Nuvole a go-go” nel Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Si dedica anche all’insegnamento presso la “Libera Università di Alcatraz” coordinata dal figlio di Dario Fo, Jacopo e poi alla “Scuola di fumetto ed Arti Grafiche Zio Feininger” fondata dallo scrittore e illustratore Daniele Brolli e dal fumettista ed editore Igort (pseudonimo di Igor Tuveri). Nel frattempo inizia la sua collaborazione con la rivista “Linus” e con il mensile “Frizzer” nonché con la rivista “Tempi supplementari”, dedicandosi anche al teatro e al cinema partecipando alla sceneggiatura de “Il piccolo diavolo” di Roberto Benigni che gli dedica il film.
Trasferitosi a Montepulciano per sfuggire ai suoi problemi di droga, si sposa nel 1986 con la fumettista Marina Comandini ma nella notte del 16 giugno 1988 trova qui la sua morte.
Per ricordarlo, esce nel 2001 il film documentario “Paz’77” di Stefano Mordini e nel 2002 il film “Paz!” per la regia di Renato De Maria con protagonisti alcuni dei personaggi più famosi creati da Pazienza, quali Pentothal, Zanardi e Fiabeschi.
Particolarmente appropriato è, perciò, ricordarlo anche con questa mostra a Roma che si chiuderà il 15 luglio.
Articolo di Riccardo Bramante