Di Riccardo Bramante
Esattamente cento anni fa, il 20 novembre 1918, si tenne nel nuovo emiciclo rinnovato di Palazzo Montecitorio la prima seduta del Parlamento italiano alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando. Una cerimonia commemorativa dell’evento è stata tenuta per l’occasione alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da mercoledì 21 fino al 25 gennaio il Palazzo sarà sede di una grande rassegna di arte, foto e storie parlamentari che ripercorreranno questi cento anni, visitabile anche dal pubblico.
Perché veramente complessa è la storia di questo Palazzo, iniziata nel 1653, con il progetto di Gian Lorenzo Bernini che ebbe l’incarico dal Pontefice Innocenzo X di costruire una residenza per la nobile famiglia romana dei Ludovisi su una periferica altura, il “Mons acceptorius”, così chiamato perché costituito per la gran parte dai materiali di risulta provenienti dai lavori del vicino Campo Marzio romano.
Ma i lavori furono presto interrotti e ripresero solo quasi venti anni dopo ad opera dell’architetto Carlo Fontana che ne modificò notevolmente il progetto originario conservandone solo la originale facciata convessa. Il Palazzo divenne in quel periodo sede della Curia Pontificia e del Dazio dello Stato Pontificio.
Con l’avvento del Regno d’Italia il Palazzo fu espropriato per essere destinato ad ospitare, appunto, la Camera dei Deputati. Fu peraltro necessario apportare altre notevoli modifiche che furono eseguite dapprima dall’ ingegnere Paolo Comotto e poi, vista la cattiva riuscita, si decise di affidare l’intero progetto all’architetto Ernesto Basile, esponente di primo piano del “liberty” italiano che costruì addirittura un nuovo edificio alle spalle dell’originale mantenendo sempre la parte frontale dell’edificio berniniano ma riducendo il cortile interno e le ali del Palazzo in modo da dare spazio ad un nuovo fabbricato al cui interno fu collocata l’Aula dove ancora oggi si svolgono le sedute del Parlamento.
Per gli interni il Basile si avvalse della collaborazione di ingegneri ed artisti tra i quali sono da ricordare Leonardo Bistolfi e Domenico Trentacoste che eseguirono diversi gruppi marmorei nella nuova parte posteriore del Palazzo, nonché di Aristide Sartorio autore del fregio allegorico dedicato alla storia del popolo italiano, composto da 50 tele realizzate con la tecnica dell’encausto, che riveste tutta la parte superiore dell’aula per una lunghezza di 110 metri.
A Giovanni Beltrami si deve, invece, lo stupendo “Velario” in vetro colorato e in stile liberty che illumina, come un lucernario, l’intera aula, mentre lo stesso Basile edificò il grande salone, oggi chiamato “Transatlantico” perché arredato con i tipici mobili propri delle grandi navi del primo Novecento.
Ma il Palazzo Montecitorio raccoglie anche una enorme quantità di dipinti e sculture nonchè opere d’arte moderna e contemporanea donate direttamente dagli artisti o acquisite a partire dagli anni Trenta; un vero museo, dunque, che vale la pena visitare.
Articolo di Riccardo Bramante