Eccolo Cristiano Talarico, rapper milanese che conoscevamo come Cris Tyler e come tale torna in scena con un nuovo disco che rompe un silenzio durato circa 11 anni. “Numero 10” non prende scorciatoie e di certo, sin dal titolo, si fa manifesto di intenzioni e di vita: un glam rock direbbero i rapper più vintage, un modo rock diremmo noi di affrontare il suono per quanto urban per quanto di stile hip-hop. Il cliché si lascia toccare con mano maestra… mestieri buoni dentro un concept (potremmo chiamarlo) di vissuto e di resistenza spirituale.
Ad un disco rap chiediamo sempre un grosso impatto estetico. Apparire forse prima ancora che contenere messaggi. Cosa ne pensi?
Si ormai il personaggio che l’artista si crea è più importante del prodotto vero e proprio che propone.
Indubbiamente l’apparire sta diventando sempre più importante dell’essere.
Io invece ho sempre pensato che ogni singola canzone deve contenere un messaggio, alcune più diretto, in altre più celato che l’ascoltatore deve trovare e in cui spesso può ritrovare sé stesso.
Vestiti, movenze, liriche… tutto somiglia al tuo vissuto personale oppure in scena indossi una maschera?
Mai indossato una maschera, non ne sono proprio il tipo. Preferisco essere il più possibile me stesso nei testi, perché mi piace che l’ascoltatore possa iniziare a farsi una idea di me già dopo aver sentito 2/3 canzoni.
Perché affidiamo a questo genere di musica eccessi, sfarzi, lusso sfrenato e ovviamente sesso?
Secondo me ci si affida a questo perché è ciò di cui la gente vuole sentire parlare. Si fa affascinare, ingolosire da quel mondo pieno di sfarzo, lusso e sesso sfrenato.
Io vedo la musica in un altro modo, non riuscirei mai a fare un testo che tratti quei temi; la mia direzione è tutt’altra e credo che dall’ascolto del disco si capisca subito che il mio messaggio si discosta anni luce dagli stereotipi del genere.
E tutto questo dentro “Numero 10” che dimensione prende?
In “Numero 10” gli unici eccessi che si possono trovare sono la voglia matta di fare, di emergere, di non mollare mai anche quando sembra che il mondo ti stia crollando addosso. I temi sopra citati farei fatica a trattarli perché proprio non mi riguardano.
In chiusura: in questi 10 anni che cosa hai raccolto e cos’è sfacciatamente cambiato nella tua musica?
In questi 10 anni di pausa ho pensato a sistemarmi, a comprarmi una casa, sposarmi e crearmi una mia famiglia quindi di sicuro mi sono ripresentato alla scena più maturo e più indipendente.
La mia musica è sicuramente cambiata rispetto alle canzoni che ho fatto 10 anni fa.
All’epoca ero molto più conservativo, mentre ora mi piace molto sperimentare e mischiare il Rap ad altri generi musicali, e perché no, diciamolo, cercare di essere un po’ più “pop” e di utilizzare sonorità accessibili a tutti, senza snaturarmi troppo chiaramente.