Cari amici con questa intervista vogliamo aprire un capitolo dedicato a voi e agli artisti in genere.
Noi de LE Ladybags abbiamo voluto incontrare per prima l’artista romana Didif al secolo Daniella Delle Fratte. Una donna sensibile e dolcissima molto introspettiva e generosa che ci regala nei suoi paesaggi boschivi la frescura per l’occhio e l’anima. Scopriamola insieme in questa intervista che gentilmente ci ha voluto accordare.
Ciao Daniela grazie per questa tua intervista. Ci puoi dire perché e come ti sei avvicinata alla pittura?
Didif: Tutto è nato così, quasi per caso, quell’attimo improvviso in cui prendi coscienza che siamo diventati quasi tutti ciechi nel riuscire a vedere i bellissimi colori del nostro cuore, dalla nostra anima bella, ormai riusciamo a percepire quasi solo quelli di: violenza, gelosia, egoismo e così di seguito. Di conseguenza ci ritroviamo in una sorta di isolamento sociale, di non fiducia nel prossimo.
Daniela parlaci un po’ di Didif
Didif: essendo un’amante della natura spesso mi sono soffermata ad ammirarne la sua bellezza paragonabile ai sentimenti umani legata luna agli altri da un filo impalpabile ed invisibile ai nostri occhi; allora perché no! Mi sono detta: li voglio rappresentare e malgrado non avessi mai dipinto ho provato a renderli visibili concretamente ed è così che sono nati quadri come: “Comprensione”, “Velata realtà”, “Luce di speranza” “Sapienza” “La linfa vitale della terra d’Oriente ed Occidente”, tutti uniti da un unico scopo: “indagare confrontare e di seguito rappresentare i nostri sentimenti con i fenomeni della natura”.
Didif cosa desideri dire agli altri con la tua pittura?
Didif: Mi sono resa conto che le mie opere non parlavano solo di me stessa ma di tutti noi! Così ho provato ad esporle sperando che gli interlocutori capissero il mio messaggio: “vedere quanto sono preziosi i sentimenti belli nel nostro cuore/anima”, credo che ciò sia avvenuto infatti chi passa davanti ad un mio quadro si sofferma… lo osserva interiormente… ci si immerge, ritrovando una sorta di tranquillità interiore. Credo di non essere rimasta indifferente al pubblico che mi osserva ed è per questo che le mie opere sono arrivate anche oltre i confini nazionali.
Ci vuoi raccontare gli incontri più significativi per te?
Didif: Il grande Professore Paolo Levi con Pietro e Sandro Serradifalco mi hanno voluta, nell’ambito della “meArt tutta l’arte del mondo” Prima Biennale internazionale del Mediterraneo, inserire nel museo Levi ove passato è presente si sono uniti in un’unica mostra, gli artisti contemporanei con i grandi capolavori dei maestri del Novecento, lo stesso professore Paolo Levi mi identifica come “narratrice immaginifica di storie bucoliche e sentimenti” e “lo studio della natura appare attento ma mai scientifico sempre permeato di poeticità e di significato”.
Didif quali sono i tuoi progetti futuri?
Didif: Ho appena terminato La seconda “Bienal de arte Barcelona” e ne ho altre nella mia agenda in futuro ma la cosa che più mi rende felice è portare avanti, anche se come “una goccia nell’oceano” un messaggio universale: “Soffermiamoci a guardare l’opera più bella del mondo: la nostra preziosa e luminosa anima l’unica e vera luce da seguire nel nostro cammino”.
Vorrei portare un esempio con l’opera Comprensione che è illuminata da raggi di luce che non solo si specchiano nelle acque ma le attraversano.
È il voler rappresentare un’apertura nei confronti della vita ove far entrare i sentimenti ossia i raggi che ci donano gli altri; nella nostra fretta quotidiana ci ritroviamo spesso soli, ci isoliamo dal mondo, la nostra mente chiude le porte del nostro cuore si instaura una sorta di sofferenza intima e non ci accorgiamo più che intorno a noi ci sono persone pronte a “comprenderci” ed aiutarci. Basterebbe solo una fessura aperta per illuminare le nostre anime” l’accettazione dell’altro “l’ uno che esprime l’ altro che comprende”. L’opera è il non lasciare solo rispecchiare la luce ma aprire i nostri cuori per farla entrare.
Uno conosce le persone tramite il cuore , non con gli occhi o l’intelletto (cit. Mark Twain)
By E.C.