Al Complesso del Vittoriano dal 19 ottobre 2017 e fino all’11 febbraio 2018 sarà possibile ammirare 60 capolavori realizzati da Claude Monet considerato il padre dell’impressionismo.
Il pittore francese nato nel 1840 amava dipingere “en plein air” (all’aria aperta) restituendoci quelle cromie romantiche di ciò che appare in quel momento all’occhio con una “realtà sfuggente” e non dettagliata in un perfezionismo realista ed accademico. Nel periodo parigino insieme ai pittori Pier Auguste Renoir, Camille Pissaro, Frederic Brazille e Alfred Sisley con cui strinse amicizia e collaborazioni professionali, diede il via al movimento dell’impressionismo che si discostava proprio dal rigido protocollo accademico che voleva il dipingere come un qualcosa da fare in studio o atelier e con modelli, oggetti e luci statiche.
Nel 1874 la prima mostra di questo gruppo, con le loro tele realizzate nello stile impressionista, nello studio del fotografo Nadar, ma essendo troppo precursori dei tempi, non incontrarono il favore della critica.
Fu solo molto più tardi che Monet ottenne il meritato riscontro.
Tra i 60 dipinti in mostra, i più cari al pittore, incluso le splendide ninfee per il quale il Maestro dedicò gli ultimi ventisette anni di vita per completarlo. Le ninfee come le altre opere sono state custodite nella casa di Giverny fino alla sua morte e sono la testimonianza non solo del percorso artistico di Claude Monet, ma dell’artista stesso. Fu il figlio Michel che dopo la morte del padre donò le opere al museo Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2016 ha festeggiato gli 80 anni di vita e dove le opere stesso oggi sono conservate.
La mostra al Vittoriana allestita all’ala Brasini e curata da Marianne Mathieu, rende conto delle molteplici sfaccettature del lavoro di questo grande Maestro, restituendo la ricchezza artistica di Monet.
Sono stati portati in exibition i primi lavori, ma anche le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800, i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, i ritratti dei figli, e le tele dedicate agli amatissimi fiori del suo giardino (rose, glicini, agapanti) fino ai salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e le adorate Ninfee e Glicini, che rappresentano quasi un testamento spirituale di questo straordinario artista.
By E.C.