Una soluzione efficace per parlare di società, muovere critiche e polverizzare nemici… a suon di ironica e medievale (quanto vichinga) presa di posizione nell’estetica della scena. “Li bardi son tornati in Locanda” recita l’effige che campeggia sul nuovo disco dei Bardomagno, appendice sonora e discografica di FEL – Feudalesimo e Libertà – community che ha ormai spopolato in rete dentro cui appunto si ironizza ogni paradosso del nostro vivere quotidiano con un linguaggio “neo-medievale”. E il gran rock epico dei Bardomagno non è da meno. Anzi…

Noi ovviamente puntiamo il dito sull’estetica… tra modi di fare e costumi, tutto sapientemente coltivato da anni… come nasce?
Noi in realtà avremmo tanto voluto vestirci da re e principi, ma essendo zotici e glebaioli per volontà divina abbiamo optato più per dei sobri costumi da popolani.
Poi ovviamente abbiamo cercato di rendere le nostre vesti il più coerenti possibile con il nostro immaginario: ovvero dei bardi scappati di casa che cercano di diffondere il verbo de lo Imperatore in tutto l’italico Stivale!

“Feudalesimo e libertà” è divenuto un punto di riferimento… ma ho come l’impressione che in questo tempo sia un poco venuto meno o si sia un poco “spento”… o sbaglio?
Purtroppo siamo un po’ tutti vittima del perfido algoritmo del Saccaroberga e la battaglia nostra, e di tanti altri artisti, è quella di cercare di fare breccia nei limiti della portata. Quindi, quello che vogliamo dire è che spesso se non vediamo qualche contenuto nella nostra bacheca è perché spesso non ci arriva non perché non esista. Poi che FEL sia un po’ “spenta” è pettegolezzo dei nostri sabotatori; guelfi, saracini, stercomusici e guitti di ogne sorta sin dal principio della pagina hanno lavorato nell’ombra per boicottare i nostri proclami ed editti imperiali! Però anche grazie allo strumento della musica, stiamo cercando di raggiungere nuovo pubblico e sodali da feudalizzare.

E immagino che i concerti dei Bardomagno siano una festa da vivere in costume… o sbaglio?
Ai nostri concerti si trova gente un po’ di ogni tipo. Studenti, lavoratori, padri e madri di famiglia, spesso – molto spesso – metallari adoratori del nero caprone, ma anche fieri sodali che seguitano la dottrina feudale fatta di preghiere al meriggio, cervogia alla locanda al vespro e lavoro alla gleba del feudatario allo mattino.