Dirompente denuncia sociale quella che arriva da ALTROVE ovvero Ashai Lombardo Arop, artista genovese di madre italiana e padre Sud sudanese. L’avevamo conosciuta col disco “Tossica animica” dentro cui il pop si colorava di mondo. E qui non mancano contaminazioni world ma non manca neanche quell’attitudine rock che fa di questa canzone un grido di allarme e di denuncia: “Animali” in fondo non la manda a dire sullo stato sociale nei confronti della diversità di genere e non solo. E se da una parte anche essere donna risulta una differenza di genere, quanto stiamo oltrepassando un senso nell’ostinata affermazione di fluidità? Un tema assai interessante…

L’estetica oggi è tutto. Siamo tutti in vetrina. Ed è anche il punto di partenza della tua denuncia: come se a farsi attraenti diventi un lasciapassare alle violenze. Come ti poni sull’argomento?
In realtà il punto saliente della mia denuncia è la strumentalizzazione delle vittime a salvaguardia dell’oppressore, di cui sicuramente la donna è emblema storico, immolata da sempre sulla croce del terrore maschile delle proprie debolezze e quindi di una creatura che sfuggiva per lo più al suo controllo, e la riluttanza ad affrontarle, preferendo alla collaborazione la repressione e la creazione di un patriarcato che tutelava il loro senso di inadeguatezza. Ma questa psicologia dell’oppressore è assimilabile anche alle altre forme di oppressione, un paio delle quali fanno parte delle storie raccontate dal brano, come l’aggressione armata a disarmati o il rifiuto di altre culture ed etnie a costo della loro vita.

E per te l’estetica, la bellezza… cosa rappresentano?
Credo che l’argomento dia immenso per poterlo affrontare in poche righe: posso dire che non li trovo due concetti assimilabili…. estetica e bellezza per me rappresentano due concetti separati, non interdipendenti. In comune hanno un alto grado di soggettività e credo che il problema grande delle società tutte, non solo quella occidentale, sia di fondo l’imposizione di un canone oggettivo per due concetti che trovo legati a gusti, usi e costumi soggettivi. I continui tentativi di imposizione di canzoni estetici validi per tuttə, veicolando con i media in alcuni casi e tramite leggi governative in altri quello che dovrebbe essere il gusto comune, ha causato molte vittime.

E se ti chiedessi provocatoriamente: la violenza sugli uomini? Esiste secondo te?
Il brano ne parla ampiamente. La seconda e la terza storia raccontata ha per vittime anche uomini. La violenza miete le sue vittime incondizionatamente e lo fa a livelli tanto sordidi da farci perdere la percezione di quanto essa definisca le nostre vite. Anche gli uomini che sfogano le loro frustrazioni in maniera violenta contro le donne sono già immersi in un mondo violento che subiscono oltre ad alimentarlo. Questo sì che è interdipendente… violenza genera violenza. Come ho già spiegato in un’altra intervista, mi confronto con il tema della violenza di genere nel modo in cui si affronta la violenza in genere… la violenza è ormai uno strumento di potere di sfogo di riscatto di supremazia di governo mediatico di guadagno… la violenza è dappertutto da quella più sordida a quella più esplicita e la violenza sulle donne è il prodotto di una società violenta dove il potere politico viene prima della salvaguardia delle persone ed è prodotta da uomini che vivono in un mondo di violenza e che fin da bambini sono esposti a violenze o a visioni di violenze come se fosse la normalità. La soluzione è un percorso di consapevolezza sociale, individuale e collettiva, che deve partire dai vertici della società e risolversi in azioni che modifichino le storture legislative e istituzionali soprattutto nel mondo
dell’istruzione e dell’assistenza sociale alle famiglie; si deve partire dall’inizio, dalla nascita di un individuo, quindi dalla famiglia l’asilo la materna le medie il liceo… ogni tappa deve educare alla non violenza e dare anche strumenti alterativi. Fondamentale per me è il dialogo fra uomini e donne, la partecipazione maschile alla lotta alle riunioni alle manifestazioni al dibattito e la creazione di centri antiviolenza per uomini, strutturati per accogliere gli uomini violenti ed aiutarli tramite percorsi a non arrivare ai gesti più estremi.

Un disco nuovo in arrivo che custodisca questo argomento al centro?
Ad un disco nuovo ci sto lavorando, con i tempi lenti imposti dalla condizione di ultra-indipendente, ma non sarà incentrato sulla violenza di genere seppur affronta, come tutta la mia produzione artistica, le vicende umane e la necessità di proteggere i propri e gli altrui diritti.
– Chi è Altrove oggi? Sbaglio o da questo singolo percepisco un grande cambiamento in atto?
Mi sento di dire che la mia vita intera è un grande cambiamento in atto che avrà fine quando essa finirà… forse sentirmi fuori luogo per così tanto tempo mi ha dato la possibilità di non smettere mai di cercare e se cerchi trovi tante cose non una sola… nell’Altrove ci sono variegate possibilità, molteplici punti di vista, tante musiche del mondo… Credo che il senso di ogni percorso stia nel percorso stesso e quando hai pochi mezzi devi imparare ad avere pazienza e attendere, camminare un passo alla volta consapevole che le idee e il mio mutare vanno più veloci della realtà pratica. Quindi ogni passo è nuovo, io muto velocemente e provo a far evolvere la mia musica in questa condizione. Auspico di avere sempre la possibilità di mettere in pratica la mia parte creativa, poter dare voce alle mie idee e poterle condividere con tantə compagnə di viaggio.