Tra elettronica e quel power rock che non lascia scampo. Siamo chiamati all’attenzione, alla consapevolezza: quella dei WorldPlan è una dichiarazione di intenti, un manifesto. Siamo destinati a divenire privi di vertebre, automi, utilizzatori basici di automatismi. “Vertebrato” è il nuovo singolo che invece richiama all’ordine delle cose… un brano di questa nuova era rock, rivolto alle nuove generazioni.
Il rock epico, le pareti di suono, le distorsioni. Serve questo per gridare un allarme sociale?
Non necessariamente, ma al momento questo è il nostro modo di esprimerci. La nostra cifra artistica è una fotografia di chi siamo in questo momento.
Oppure al contrario: l’allarme sociale, secondo voi, ha questo suono?
Secondo noi non esiste un suono codificato per esprimere i propri disagi. Noi ci sentiamo liberi di mischiare più generi e così dovrebbe fare chiunque abbia qualcosa da dire. L’importante è il messaggio.
In copertina le ossa… torniamo alla preistoria?
Ma magari! Non esisterebbero ancora i mass media e i social media. Le strutture sociali odierne hanno palesemente fallito. Impariamo dai nostri errori. Tornare indietro potrebbe essere l’unico modo per andare avanti.
E il simbolo? Qualcosa a che fare con i simboli alchilici?
Bella domanda! Hai appena dato una nuova accezione al nostro logo! In effetti siamo molto organici.
E voi che rapporto avete con i social network?
Purtroppo oggi i social network stanno alle band come la patente sta a chi guida: non e ne può fare a meno. Ciò che non ci piace non è il concetto ma è l’uso improprio che ne viene fatto.