Cantanapoli a Roma con Emanuela Mari e Ottavio Buonomo
Vulcanica Emanuela Mari “sciantosa” con il poliedrico Ottavio Buonomo in “Napoli è sempre Napoli”
di Ester Campese
E’ una di quelle sere che ti regala Roma in ottobre, tiepida e piacevole con la promessa e premessa di una bellissima serata autunnale. E la promessa è stata mantenuta con la vulcanica Emanuela Mari “sciantosa” che ha organizzato una serata in onore della città partenopea con “Napoli è sempre Napoli”.
Con lei il bravissimo e simpaticissimo Ottavio Buonomo tra gli artisti più poliedrici del panorama culturale napoletano che ha regalato anche tante chicche e spiegato ed introdotto le canzoni prima di interpretarle. Ad esempio ha rammentato come la maschera di Pulcinella fosse in realtà originariamente rossa (e non nera) perché “l’originale personaggio” in realtà aveva una voglia rosso/nera sul viso. Ma le versioni sono tante e quella giunta a noi, come la conosciamo oggi, è quella dell’attore capuano Silvio Fiorillo dei primi del Seicento.
Un cantanapoli a Roma
Un cantanapoli che ha raccolto in un fazzoletto di Testaccio, “La botticella” le più belle canzoni della musica napoletana tradizionale. Un omaggio, fatto attraverso la bellissima voce di Emanuela Mari e quella coinvolgente di Ottavio Buonomo, che hanno regalato pezzi dei più “sacri maestri” dei nostri tempi da Totò a Carosone, Scarpetta e Nino Taranto con la canzone introduttiva “M’aggia curà” e molti altri pezzi, in una scoppiettante e trascinante atmosfera.
Un’atmosfera carica di quella filosofia e passionalità tipica dei napoletani. Una staffetta femminile e maschile riuscitissima che ha fatto divertire e ha pienamente coinvolto il pubblico, e non diciamo per dire. In scena infatti sono stati coinvolti dallo stesso Ottavio Buonomo anche la bellissima imprenditrice Anna Nori e il più riservato Riccardo Bramante. A loro il compito di interpretare “I due gemelli” canzone di Giuseppe Cioffi e Gigi Pisano del 1937. La stessa cantata a suo tempo anche dal grande Nino Taranto. Il risultato una gag simpaticissima che ha divertito in primis i “malcapitati” protagonisti in scena.
Non meno efficace l’intervento Maddalena Menza che ha regalato un milione di sogni del Signor Bonaventura, una novella che parla del famoso “milione”, ma quello bello, appunto fatto di sogni. Il del Signor Bonaventura è il personaggio immaginario che fu creato da Sergio Tofano nel 1971. Recentemente proprio Maddalena Menza l’ha fatto rivivere attraverso il libro a lui dedicato “Sergio Tofano e il signor Bonaventura”.
Canzoni napoletane vere e proprie pietre miliari
Pezzi indimenticabili delle vere e proprie pietre miliari della canzone napoletana, come “Torna a Surriento” cantata anche da Claudio Villa o Passione interpretata anche da Mina, Malafemmena di Totò o la bellissima “Simm Napule Paisà” per non parlare di “Marechiare”.
Una serata a metà tra allegria e malinconia che ben rappresenta quello spaccato e filosofia del popolo napoletano. Quello che per far passare tutti i mali canta “Pígliate na pastiglia, siente a me” anzi pigliate tutta la scatola. Il noto ritornello è stato cantato a gran voce da tutti i presenti coinvolti dallo stesso Ottavio Buonomo che ricordava ironicamente anche come Napoli ti dà i mezzi ma non le occasioni e molti partenopei fanno poi fortuna “altrove”.
Straordinaria canzone di chiusura, fortemente voluta da Emanuela Mari, anche questa cantata da tutti… come è bella “a città e Pullecenella”. Una serata riuscitissima, da ripete al più presto.