“caffè all’alba” è emozione pura, un viaggio nell’elaborazione di un addio con lo sguardo rivolto al futuro. Sere ci parla di vulnerabilità, forza interiore e delle sue radici artistiche che intrecciano musica e vita. Non perdete l’intervista completa.

Bentrovata, Sere. Vorresti parlarci della produzione del tuo brano “caffè all’alba?” Come mai hai scelto proprio questo titolo?

Ciaoo! Certo, prima di tutto è un singolo che ritengo il più forte, più qualità, più essere artista. Sono parole che mi hanno portato a conoscere chi tocca realmente questo campo tutti i giorni senza essere costretta a girare intorno a degli pseudo-lavoretti, che difficilmente hanno anche solo un packaging decente. Insomma, caffè all’alba all’inizio l’avevo intitolata carpe diem, perché io colgo sempre l’attimo… a seconda delle circostanze ci rifletto un altro pochino ahahaha.

Poi un mio amico la sente e continua a dire caffè all’alba figata la frase, tempo due secondi e capisco che era perfetta come titolo, insomma caffè all’alba, ti svegli nel chill la mattina sola o con qualcuno che sia, ed è tutto dannatamente rilassante.

Pensi che chiunque possa intravedere sfumature delle proprie esperienze personali, nel testo?

Io credo proprio di sì, è molto esplicito il testo, nel senso che o è nero o è bianco, non ci sono vie di mezzo per delle riflessioni aperte. Si capisce tutto e se ti piacciono le cose dirette, se sei una tipa o tipo stufa della situazione attaccata a un filo, dove finisce che non ci stai ai giochi del c***o, tu ti dai una svegliata e capisci che puoi giocare ma secondo le tue regole. E purtroppo so per certo che siamo un po’ tutti sulla stessa barca e a volte arriva un’onda e tu imprechi perché ti ritrovi fradicia, poi il sole scalda ma il vento ti scoccia.

Dal punto di vista delle sonorità, da dove hai tratto ispirazione?

In realtà da niente di attuale. Non mi piace l’idea di essere la copia di qualcuno, posso darti delle vibe di “…” ma non mi si può dire che c’è qualcuno che fa canzoni simili alle mie. Fra l’altro non ho ancora ricevuto un commento del genere e questo mi fa andare avanti col mio, quando una cosa non si sente spesso devi farci l’orecchio.

È importante, alla fine di una relazione, rientrare in possesso della propria vita e stravolgerla positivamente?

Se ti stravolgi in negativo hai perso l’opportunità per brillare, come dico sempre bisogna essere sempre sul pezzo… poi ci sta che una volta ci resti secca, è successo ed ero più piccola, ma dagli errori e dinamiche che si ripresentano nel presente bisogna starne alla larga, red flag gigante.

Ho capito che l’amor proprio viene prima di qualsiasi relazione andata a male e perché sprecare tempo dietro a una relazione che non è stata né solida e tanto meno sana? Che cosa ti ha lasciato? Che poi per essere andata all’inferno una relazione deve essere stata tossica, ma se per uno dei due il rapporto può continuare civilmente, quale è il problema? È indice a mio avviso di maturità, di certo non ci resto amica. Per carità l’eccezione alla regola a livello di amicizia può esserci, ma è più unico che raro e devono esserci certe dinamiche, storie forti e tanto di condiviso e tante riflessioni, altrimenti 0. Quindi si io personalmente sono per stravolgere in positivo, non sono di certo io ad aver perso una bella persona, è il tipo che ha perso una good girl. Non mi prendo i resti, io voglio tutto al 100%, ci devi essere al 100% con me.