In questo 2024 si festeggiano 70 anni di “Romagna mia”, il vero colossal che ha esportato in tutto il mondo una tradizione lunga oltre 100 anni. Il liscio è al centro anche del progetto “Campagna Verso il Liscio Patrimonio Immateriale dell’Unesco”. Il tutto per mano di Giordano Sangiorgi e del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti in collaborazione con Regione Emilia Romagna. Sul palco dell’Ariston, mercoledì si esibirà la Generazione Z del Liscio: il debutto della Nuova Orchestra Santa Balera, formazione composta da tutti giovani: 15 musicisti e 10 ballerini. Parliamone con Giordano Sangiorgi:

I ragazzi selezionati hanno seguito un iter o un contest?
Ne abbiamo radunati tantissimi proprio da quel contest fino a poter realizzare un primo festival targato MEI dedicato alle nuove band di liscio under-30. Da qui l’idea di fare un circuito nelle balere storiche di giovani che fanno liscio, ne abbiamo portati in scena oltre 100… e da li è nata una normale selezione che ci ha portato a definire una formazione di 15 musicisti proveniente da tutta l’Emilia-Romagna che, con orgoglio, salirà sul palco di Sanremo proprio per celebrare i 70 anni di “Romagna mia”.

Gli orchestrali e i ballerini si esibiscono sempre insieme?
La valorizzazione del liscio, per quanto ci riguarda, è inscindibile nel dialogo costante che c’è tra musica e ballo, per cui diciamo che la Nuova Orchestra Santa Balera si esibisce sempre con dei ballerini. Nello specifico sul palco dell’Ariston ci saranno 5 coppie, ovvero 10 ballerini sempre provenienti dalla Romagna.

Come nasce il circuito Santa Balera?
Nasce da un’idea del MEI in primavera dopo l’alluvione… nasce per valorizzare e in qualche modo santificare tutte quelle balere storiche che ancora oggi esistono. Abbiamo realizzato con il circuito “Vai Liscio” della regione Emilia-Romagna, un itinerario e un tour che dura un mese e che visita 10 balere del territorio, in cui abbiamo fatto suonare giovanissimi della generazione Z del liscio, ma anche i big di questo mondo, abbiamo fatto ballare diverse scuole di ballo e abbiamo consegnato la targa di “Balera storica” a queste 10 strutture che resistono… e per questo sono “sante”.

Perché i giovani romagnoli, in un mondo musicale così cambiato, vogliono mantenere la tradizione?
Credo che i giovani la vogliano non solo mantenere ma anche rinnovarla e questo perché nella tradizione trovano una delle oasi di libertà musicale indipendente dove tanto per cominciare possono suonare: attenzione perché non è un paradosso o un dettaglio da poco. Nella scena main stream di oggi veniamo disimparati al “suonare” tant’è che spesso sui palchi troviamo sempre meno musicisti e la forma canzone è sempre più digitale e computerizzata o vediamo cantanti cantare i playback o con auto-tune e cose simili. Quindi partiamo dal concetto che prima di tutto in questo mondo gli artisti tornano a suonare per davvero e questo li spinge a poter investire di creatività, a ricercare, a sperimentare… succede nel mondo del liscio ma anche in generi affini come il folk e compagnia cantando…

Come ha accolto la proposta Amadeus di portare tutto questo a Sanremo?
Come sempre negli incontri che abbiamo avuto in questi 5 anni di sua conduzione e direzione di Sanremo, è stato sempre molto attento e in ascolto alle proposte che facevo. In qualche modo sottolineando l’importanza della scena indipendente e dunque recependo molte di queste cose sin dalla sua prima edizione (ricordiamo come in quella edizione c’erano infatti molti nomi sconosciuti al grande pubblico che provenivano dal mondo del MEI). In questo caso la proposta ha destato in lui molta attenzione tanto che alla fine l’ha fatta sua e ci ha chiamati a realizzarla.