Parleremo di bellezza inevitabilmente con Laura Fatato in arte Rora. È inevitabile anche visto il tema di questo nuovo singolo dal titolo “Naked” che ovviamente ci regala tante chiavi di lettura diverse… siamo l’amanti o siamo noi stessi? Siamo le maschere o siamo la musica? Rora si fa bandiera e manifesto… in tutto questo sfoggia un suono americano dentro cui quel certo gusto apolide alla Winehouse fa assolutamente centro.
La bellezza conta. Ma conta davvero? Che ne pensi?
Io penso che la bellezza sia un concetto estremamente soggettivo. Il mio è che ognuno ha la sua bellezza e le sue sfaccettature uniche, e non le deve nascondere o omologarsi a un modello imposto dalla società. Infatti, trovo che una persona che abbia il coraggio di mostrarsi per quello che è, che abbia carisma e un tocco di originalità sicuramente abbia un punto in più per me, rispetto a chi si inscatola nei canoni. La mia musica si basa proprio su questo concetto di libertà di esprimersi, che nel mio caso è attraverso la musica e la mia voce, ma ognuno può trovare il suo modo di mostrare la propria bellezza nel modo in cui pensa sia più rappresentativo.
Essere “nudi” in fondo non è facile, schiavi come siamo del cliché. Eppure la tua canzone ne è manifesto… torniamo ad essere nudi… perché?
In fondo noi nasciamo nudi, con le nostre inclinazioni, con la nostra natura, e poi crescendo ci nascondiamo sempre di più, e ci “vestiamo” di maschere per i canoni imposti dalla società, per paura di mostrarci così come siamo. Il mio è un invito a non avere paura di essere come si è, a “svestirci” delle paure delle nostre fragilità, sia per conoscerci di più, sia perché così si è veramente liberi. Come suggerisco nella canzone, anche quando ci innamoriamo abbiamo paura di mostrarci per quello che siamo. La canzone è una richiesta alla persona che si ama a non avere paura delle nostre emozioni forti e le fragilità. L’amore è anche questo, porter essere quello che si è senza doversi difendere.
Dunque per restare sul tema: che rapporto hai con il tuo corpo?
Come tante altre donne, ho passato gran parte della mia vita a vedere più i difetti che i pregi del mio corpo, a non accettare alcune mie caratteristiche. Poi, da più grande, ho iniziato a cambiare prospettiva con cui guardarmi allo specchio, vedendo invece caratteristiche fisiche che mi ricordavano i miei amatissimi nonni, ai quali somiglio molto. Sono fiera di portare le loro caratteristiche sul volto. Ho iniziato a vedere che le mie peculiarità fisiche sono uniche e possono, anzi, diventare il mio punto di forza.
E con le maschere sociali?
Da questo punto di vista, ho sempre rifiutato le maschere suggerite, la moda, le apparenze. Piuttosto ho seguito l’educazione dei miei genitori e la loro esortazione ad essere quello che sono e quello che volevo diventare. Non mi è mai piaciuto conformarmi a uno “schema chiuso”, mi piace la diversità, che sia culturale, emotiva, e vado particolarmente d’accordo con chi possiede il pensiero critico e un’identità autentica. Purtroppo, spesso ho trovato dei “muri” per essere fedele a questo pensiero, ma non credo sarò mai disposta ad abbandonarlo.
Questa canzone deve molto all’America… posso chiederti perché?
Visto anche che la Sicilia è terra “araba” di contaminazione…
La Sicilia è un crogiolo di tantissime culture che, secondo me, influenza indirettamente tutti gli artisti siciliani. Sono fiera della mia eredità culturale e della mia identità siciliana. Questa canzone deve molto ai miei ascolti musicali, ma tutte le mie canzoni attingono dalla mia personalità, dalle mie origini e dai miei gusti musicali. In questo caso, la canzone deve molto alla musica soul e R&b, che per me ha un posto speciale. Ma non c’è mai un’intenzione precisa. Quando scrivo lascio che le mie mani sulla chitarra e la mia voce fluiscano liberamente, poi le parole escono da sole, suggerite da quella melodia. In studio, poi, insieme ai miei bravissimi musicisti, ognuno mette qualcosa di suo, e questo è il risultato.