Bella lei, Veronica Marchese. Bella Ninaif che conduce con un taglio estetico assai gentile i ricami digitali di un brano che si sospende, non ha presunzione, non ha trasgressione. Un pop d’autore che troveremo approfondito anche nella prossima puntata di Trans Europe Express, ospite lei assieme alla splendida Ilaria Pilar Patassini. “Sabato (per ricominciare)” è il nuovo singolo di Ninaif dal titolo didascalico, dai piccoli preziosi che confinano il suono dentro un’alcova di quell’intimo ritiro a cui tutti dovremmo tornare ogni tanto, visto il caos quotidiano.
Ci pensi mai che questa canzone è figlia di tutto questo modo che abbiamo di incasellare la vita dentro programmi standard? Lo sai che in quest’ottica lo trovo molto sociale come brano?
Si ci penso, anzi in realtà è proprio da lì che nasce.. Dall’esigenza condivisa di seguire questi programmi standard, che però spesso a me (come a tanti altri) vanno stretti per cui l’esigenza diventa quella di “soggettivizzare” i nostri programmi. E sono felice che venga colto anche il lato sociale di questo brano.
Bella la produzione. Leggera, assai densa di reminiscenze di alt-folk americano sbaglio?
Non sbagli, dentro c’è anche quello. In realtà le produzioni di Paolo De Stefani sono molto contaminate da un’ampia cultura musicale, tra cui l’elettronica. Con l’occasione vorrei ancora ringraziare il lavoro della produzione artistica e dei musicisti che hanno collaborato al progetto.
Che poi ci viene da pensare: quanta biografia personale c’è dentro questo brano?
Molta. Racconto qualcosa che mi appartiene, qualcosa di vissuto. La scelta di restare sola con me stessa mentre fuori la gente indossa una maschera e mostra ciò che più desidera di sè.
La bellezza: di sicuro è un punto chiave per la tua immagine di spettacolo. Quanto lo è per la musica?
Credo che la vera bellezza si trovi nella possibilità di esprimersi, anche esteticamente, in piena libertà. E la mia immagine vuole essere un’espressione libera di ciò che sono, con tutti i difetti che mi appartengono, coerente con quello che esprimo nella mia musica. A tal proposito vorrei nuovamente ringraziare Enrica D’Amore, fotografa ed autrice delle immagini di copertina dei miei singoli, che con i suoi scatti è riuscita non solo ad aiutarmi ad esprimere la mia essenza, ma anche a ritrarre l’anima di ciò che voglio esprimere. Sicuramente l’immagine ha un peso nella musica, forse più a livello di stile che di bellezza. Di fatto quando sali su un palco le persone prima ancora di ascoltarti ti osservano ed in quel momento si fanno una prima idea di te. Ma in ogni caso se ciò che proponi della tua arte poi non è di qualità, la bellezza conta ben poco.
E di base, secondo te, quanto la tua musica somiglia alla tua bellezza esteriore?
Più che alla mia bellezza esteriore, che non è certo esente da difetti ed è comunque decisamente soggettiva, la mia musica somiglia di più al mio modo di esprimermi esteticamente. Entrambe sono una forma di comunicazione potente, attraverso cui posso sentirmi veramente me stessa. Personalmente sento l’espressione estetica come parte di un espressione artistica, ma parlare di bellezza in questo senso credo sia riduttivo, è un concetto troppo ampio.