Da mercoledì 16 a domenica 20 novembre 2022, il palco dell’OFF/OFF Theatre dà il benvenuto alla pièce “Schiava di Picasso”, testo di Osvaldo Guerrieri che vede protagonista Monica Rogledi, accompagnata dalla voce di Barbara Cestoni e dalla chitarra di Gabriele Santori, diretti in scena da Blas Roca Rey. La storia di Dora Maar, amante di Picasso, che delinea un intimo sguardo nello spaccato più privato dell’artista spagnolo e un’indagine nelle difficoltà dell’uomo nel relazionarsi alle donne.
SINOSSI
Lo spettacolo racconta la vicenda di Dora Maar, musa di Picasso, pregevole fotografa e appassionata di poesia, musica, canto e pittura. Incontrò l’artista poco più che ventenne e dallo stesso, fu poi tragicamente abbandonata. È ricordata come una delle più straordinarie artiste del Surrealismo, ma la sua capacità fotografica e la sua arte, finirono per soccombere alla spigolosa storia d’amore con il pittore spagnolo, una storia tormentata e travolgente, che la indusse ad una schiavitù amorosa con cui fu stritolata dalla crudeltà e dalla vanità del più grande artista del Novecento.
LA STORIA DI DORA MAAR
Fotografa e pittrice francese, Dora Maar incontra Picasso per la prima volta nel 1935. Lei ventottenne, lui cinquataquattrenne. Galeotto però fu il loro secondo incontro, in cui la giovane seduta al tavolino di un bistrot, si puntellava gli spazi tra le dita della mano con un coltello che batteva sul tavolo, incurante del reale pericolo di tagliarsi. Picasso si fece consegnare i guanti insanguinati e li espose su una mensola del suo appartamento parigino. I due cominciarono poi a vedersi e il pittore, traeva puro godimento nell’umiliare la donna, tanto da convincerla ad abbandonare la fotografia per la pittura, nonostante a quell’epoca lei fosse già una fotografa molto apprezzata. L’ormai ex-fotografa finì per essere totalmente sopraffatta dalla personalità dell’artista e divenne la sua musa privata, ritratta in numerosissimi dipinti e nel contempo riconosciuta anche come l’incarnazione stessa del dolore.
Una relazione durata circa nove anni, al termine di cui Dora fu lasciata da Pablo per la giovanissima Françoise Gilot. L’abbandono fece precipitare la donna in una profonda depressione, alimentata anche dalla sofferenza per la propria sterilità, che la portò al ricovero in una clinica psichiatrica. Fu sottoposta a numerosi elettroshock e presa in cura dallo psicanalista dello stesso Picasso, Jacques Lacan, che riuscì con non pochi sforzi a farle accettare la malattia. Dopo la separazione dal pittore, nella Parigi del 1944 ancora occupata dai nazisti, Picasso le lasciò in dono un disegno del 1915 come regalo d’addio, oltre che alcune nature morte e una casa a Ménerbres, in Provenza. Dora conobbe i disagi e la violenza di un amore mai sereno. Conservò quei dipinti fino alla sua morte e vendette solo due sue opere giovanili, per poi spegnersi in una casa di ricovero sul finire degli anni ’90.
Fu una delle poche amanti a sopravvivere a Picasso non suicidandosi, sebbene dicesse: “Io non sono stata l’amante di Picasso. Lui era soltanto il mio padrone“.