“… Vorrei regalare al mio pubblico qualche minuto di “relax” in pura musica, però sempre con delle riflessioni da non sottovalutare mai, per vivere con più consapevolezza e più libertà di pensiero… “
Secondo te, al giorno d’oggi, il valore estremo delle parole è sottovalutato? Se sì, perché?
Le parole sono sempre state, secondo il mio umile parere, un forte legame che abbiamo avuto e tuttora abbiamo con “l’esterno” e un solido rapporto con noi stessi, con il nostro “IO” interiore. Le parole sono sempre state parte fondamentale del nostro passato e, purtroppo, (sempre a parer mio) un evidente “declino” per il futuro dell’umanità, basti pensare a tutte quelle nuove tecnologie che stanno sostituendo il ruolo dell’uomo. Le parole sono vere e proprie firme per ogni essere umano, di ogni vita che passa, come dico in un verso del brano, per lasciare una nostra traccia, un nostro vissuto o, meglio ancora, un messaggio che rimane nel tempo. Il valore delle parole ahimè è molto sottovalutato come anche qualsiasi altro aspetto della nostra società che “più va avanti col tempo e più torna indietro con gli anni”!
Vorresti fornire al pubblico ulteriori dettagli sulla nascita di questo brano?
Certamente. Questa canzone nasce per esigenza di raccontare una storia inedita e per dare voce ad un ragazzo che purtroppo non può parlare! Questo ragazzo si chiama proprio come me, Marco e ho avuto l’occasione e l’onore di conoscerlo, insieme alla sua famiglia, durante una festa di piazza, di beneficenza: lui era sul palco con la madre, suo portavoce, a presentare il suo libro e a parlare della sua malattia. Marco è un ragazzo speciale. Un ragazzo ormai uomo, di quasi 40 anni. A distanza di qualche anno da quell’incontro in piazza, sono venuto a conoscenza che anche Marco scrive, per lo più poesie. Ho deciso così di dargli voce musicando le sue opere e, tra queste, c’era “Parole, che ho cambiato un po’ il testo, dall’originale e modificato la sua struttura, da poesia a canzone. Per ulteriori anni è stata nel cassetto, insieme a tutte le altre poesie musicate, fino a quando è capitata l’occasione, recentemente, grazie alla DCOD Communication, di lavorare al mio secondo progetto discografico e, con il mio produttore artistico, Cristiano Romanelli, tra i vari ascolti, ho “rispolverato” questo brano, facendolo diventare quello che ora tutti conoscono. Per il prodotto finale, sono tante le persone che devo ringraziare, in primis Marco e la sua famiglia, ma al momento mi limito a ringraziare Giulio Berghella e tutto il suo team, per aver creduto in me e per aver svolto l’intero lavoro con professionalità ma soprattutto umanità!
Quali messaggi vorresti trasmettere al tuo pubblico di ascoltatori?
Vorrei tanto sensibilizzare il mio pubblico, il più possibile, su certe storie, su certi argomenti trattati dalle mie canzoni e soprattutto su “Parole”. Vorrei regalare al mio pubblico qualche minuto di “relax” in pura musica, però sempre con delle riflessioni da non sottovalutare mai, per vivere con più consapevolezza e più libertà di pensiero. L’obiettivo di “Parole” invece è soltanto quello di tramandare una storia purtroppo reale e farci da monito: prendere Marco da esempio di vita e capire che le cose importanti non sono quelle futilità a cui diamo sempre valore, ma sono quei dettagli che “fino a quando non capita a noi”, non riesci mai a farci caso!
Hai partecipato a molti eventi di beneficenza? Credi che siano i luoghi ideali per ascoltare le storie più intime delle persone?
Sì, ho partecipato a diversi eventi per la beneficenza e credo siano luoghi ideali per ascoltare delle storie, di cui altrimenti mai avresti modo di conoscere e di soffermarti per pensare. Non credo però siano luoghi per aiutare veramente queste persone e fargli avere la svolta della loro vita. Sono luoghi in cui ho imparato e imparo ancora molto. Conosco, rifletto e “mi perfeziono”, perché nella vita non si smette mai di “aggiustare il tiro” e magari restare umani.