Abbiamo raggiunto un cantautore molto interessante, Giuliano Crupi. Dal 27 ottobre è disponibile, infatti, il suo nuovo ep “Luce”, realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE nell’ambito del progetto “Nuove Produzioni Discografiche 2022/2023”, vinto dall’artista con il suo produttore artistico Francesco Valente (Lucio Dalla, Niccolò Fabi, Tiromancino, Max Gazzè, Zero Assoluto, etc.) e la sua Social Music School. Dallo stesso giorno in radio il singolo omonimo.
Benvenuto Giuliano. Da qualche giorno è disponibile “Luce”, il tuo nuovo ep, possiamo definirlo come il tuo lavoro più personale o è un’espressione rischiosa?
Grazie, è un piacere. Sicuramente è il mio lavoro più autentico in assoluto, in cui sono completamente nudo, privo di qualsiasi filtro e schermatura, tant’è che il cuore di questo Ep, formato dalle tre tracce centrali (“Parlerò anch’io”, “Ancora un’altra volta” e “In un mondo di biglie”), è volutamente stato lasciato acustico, deprivato di qualsiasi arricchimento musicale, appunto, anch’esso nudo.
Pensi che un ep nato in un periodo così difficile della tua vita possa essere definito triste e pessimista o, al contrario, è un ep in cui emerge comunque la speranza?
No, non c’è mai stato pessimismo nel mio modo di scrivere, anzi. C’è sempre una velata speranza che si palesa in modo più o meno evidente, tra i meandri delle note e delle parole. Oggi, purtroppo, viene spesso confusa la profondità con la tristezza o, comunque, vengono erroneamente associate. Profondità significa “andare nel profondo”, giungere in territori inesplorati e, con altruismo, narrarli, condividerli, donarli per accompagnare qualcuno e tenerlo per mano, facendolo sentire protetto, visto e validando le sue emozioni. Tristezza, invece, è un’emozione ben precisa che può essere momentanea come più duratura e innescata da un evento scatenante o dal ricordo di esso e influenza il tuo modo di vedere la vita in quel preciso momento. Differente dal pessimismo che è un modo costantemente negativo di vedere gli eventi, la vita e il futuro e che prescinde da ciò che ti accade o che ti è accaduto. Ecco, definirei la mia musica profonda, indipendentemente dal territorio dolorante piuttosto che gioioso in cui si trovi in un dato momento, ma mai pessimista.
Adoro il singolo “Luce”. Una canzone che dimostra, ancora una volta, come il termine “pop” non debba far paura. Cosa ne pensi?
Ti ringrazio molto. Sono molto distante dalle etichette. Non le ho mai messe agli altri e non le amo su di me. Credo che limitino e recintino qualcosa o qualcuno. Prediligo la libertà, ma, ad ogni modo, “pop” significa popolare e se una canzone diventa del popolo, significa che sei riuscito a entrare nell’intimità delle persone, nelle loro emozioni. E le emozioni accomunano tutti, per tutti sono le medesime, seppur con cariche diverse e con intensità diverse e con fonti diverse. Si può essere “pop” e, allo stesso tempo, anche intimisti, cantautori raffinati, delicati, gentili, educati, attenti, profondi, appunto. “Pop” non esclude nulla, almeno per me.
Siamo in un momento difficile per l’intera umanità. Dopo la pandemia, ora una guerra. Sappiamo che sei una persona sensibile e attenta a questi aspetti. Cosa ne pensi di quello che sta accadendo?
Credo che ogni commento al riguardo rischi di essere retorico e banale. Non esiste una ragione, una, umana che giustifichi una guerra, che giustifichi tante vittime innocenti, soprattutto bambini. Come si può solo lontanamente focalizzare il discorso della guerra sulle ragioni dell’uno o dell’altro? Non è umanamente accettabile, va contro l’istinto di auto-conservazione che ci definisce. Non esistono motivazioni, ragioni, fazioni o schieramenti che giustifichino una guerra. È da condannare e contrastare sempre e non sentirsi esclusi solo perché non ci colpisce a livello esclusivamente territoriale. Noi siamo Loro, Loro siamo noi. La Musica non può fermare una guerra, ma può aiutare a trasformare il dolore, può confortare, abbracciare, può accarezzare un’anima in pena, può ascoltare una lacrima, asciugarla. Prego, a modo mio, ogni giorno.
Che rapporto hai con i social? Comunichi con il tuo pubblico?
Vorrei tanto non doverli utilizzare e, se non avessi la musica e la mia relativa missione, ne starei fuori, sono onesto. Ma riconosco che, se utilizzati coscientemente, sono fondamentali per un artista oggi, per far conoscere le proprie uscite, gli appuntamenti, per mantenere un contatto col il pubblico che, altrimenti, si perderebbe.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Stiamo programmando le date del “Luce tour” che partirà da gennaio 2024 e che comunicheremo, appunto, attraverso tutti i miei canali social.