Tremo” è il nuovo singolo del cantautore Freddo, sui principali stores digitali e dal 21 giugno nelle radio in promozione nazionale. Brano elegante dalla forte ispirazione old style che tanto manca nelle classifiche italiane. “Tremo” è forse il brano più personale di Freddo: un singolo dolce, malinconico e allo stesso tempo crudo e schietto. “Tremo” abbraccia tutti e ha l’intento di scaldare l’anima di chi ha poco di cui sorridere in un’esistenza di stenti.

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Non voglio sembrare pesante ma credo che attualmente la musica non stia andando da nessuna parte. Ciò non vuol dire che non esistano artisti talentuosi e interessanti, anzi, a mio modo di vedere ce ne sono più di quanto si possa pensare. Il problema vero a parer mio è costituito da un’industria che ha come unico interesse raggiungere il maggior profitto con il minimo investimento, lanciando “artisti” come veri e propri prodotti commerciali, che non portano contenuti, non portano innovazione e che non resteranno impressi nel tempo. Questo atteggiamento ha cambiato anche la fisionomia dell’ascoltatore medio, che vuole intrattenersi senza avere pensieri di alcun tipo. Se questa è la direzione della musica, la mia proseguirà nel senso opposto.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Non ascolto molto i big, specialmente della scena rap; non per qualche strano motivo, semplicemente per gusto personale. Non li trovo interessanti o stimolanti.

Se dovessi però scegliere, direi Vinicio Capossela. Di lui ho una stima artistica profondissima e trovo geniale i suoi metodi di rappresentazione.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

C’è tanta carne sul fuoco, tante idee e tanta voglia di fare, no spoiler!

Hai un videoclip nel cassetto, oppure dovremmo ancora attendere?

Assolutamente sì, il videoclip di “TREMO” sarà disponibile dal 28 giugno!

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

Oggi come oggi, artista o meno, è molto difficile avere un qualsiasi tipo di rapporto con la bellezza, credo di rappresentare questo pensiero anche nei miei testi. Bisogna più che altro individuare cosa si intende con questo termine; io ho sempre considerato la bellezza (da un punto di vista artistico) come l’esternazione di parti di sé sconosciute agli altri e a noi stessi, dunque considerandola un elemento interiore. Sicuramente vivere in una società in cui l’immagine ha più rilevanza di un concetto contribuisce a distruggere questa mia visione.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti? Come nasce un tuo brano di solito? Raccontaci qualche aneddoto!

C’è molta differenza in realtà, considerando che non ascolto quasi mai rap. Mi piace ascoltare musica diversa e mi incuriosiscono gli artisti che sperimentano.

Rispondendo al secondo quesito, credo che ogni brano abbia una storia a sé. Ci sono pezzi che nascono in un’ora, altri in un mese, altri ancora in un anno. L’importante è che si abbia qualcosa da dire, che si possegga un concetto da esternare e ogni lavoro ha bisogno del suo tempo.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Tutti i ragazzi con cui ho il piacere di collaborare ad oggi, con i quali sto condividendo un bel un percorso, sperando di crescere come uomo e come artista.