Lo conosciamo Kheyre Yusuf Abukar Issak, lo conosciamo anche quando si firma Il Barone Lamberto e ci regala un pop d’autore assai spigoloso ai bordi, sicuro, deciso, capace di sposare il futuro con i suoni delle macchine nuove… capace di fare sex appeal e di mostrarsi allegorico di abiti e colori accesi. “Bravo” è un disco di vita, di somme e ricorrenze, è un disco che fa il punto e parte bene verso domani. “Bravo” è un disco che funziona bene nelle melodie e il sig. Barone ci sa fare di gusto, di metrica e di lingua…
Estetica. Ne parliamo subito perché sembra un punto centrale per te… o sbaglio?
Certo! L’estetica è sicuramente una delle cose che metto al centro ma non in senso letterale. Prima di tutto prediligo l’estetica delle parole, delle metriche testuali e delle strutture musicali. Costruisco i miei brani un po’ come se fossero dei puzzle. Adoro fare in modo che ogni pezzo vada al posto giusto quando racconto una storia o cerco di esprimere un concetto. Poi c’è l’aspetto dei videoclip e dell’immagine in senso stretto e, anche quella, trovo sia fondamentale. Oggi come ieri un’immagine vale più di mille parole e in un mondo dove la comunicazione è velocissima bisogna far sì che il proprio messaggio arrivi subito. In questo devo ammettere di non essere particolarmente BRAVO ma ci provo. Solitamente preferisco prendermi tutto il tempo che mi serve per sviscerare concetti e andare in profondità con gli argomenti che mi interessano.
I tuoi video sono assai densi di colori accesi. Che rapporto hai con i colori?
I colori per me sono molto importanti ed anche qui non parlo solo dei colori in senso letterale ma anche delle sfumature che si possono trovare nelle canzoni. Quelle che oggi vengono definite “reference”. Cerco di riempire i miei brani di questo tipo di riferimenti proprio perché voglio che le mie produzioni brillino di mille colori diversi e che magari qualcuno riesca a cogliere le citazioni, i rimandi e i miei ascolti.
Dall’Italia ok… ma dalla Somalia (se non erro, la tua terra d’origine) che cosa peschi? Colori, suoni, modi di essere…?
A dir la verità la Somalia è la terra d’origine di mio padre, non la mia. Io non sento alcuna radice in Africa, sono nato in provincia di Modena ed è lì che pulsano le mie origini. Nei paesini, come San Cesario sul Panaro dove sono cresciuto, che si affacciano sulla campagna, dove la vita scorre con ritmi diversi da quella delle città e le persone sono ancora “alla buona”.
Perché questo titolo? In cosa sei stato “Bravo”?
Il titolo racchiude un duplice significato, da una parte c’è il BRAVO sarcastico, che si dice a qualcuno per farlo stare zitto, condiscendente. Dall’altra è un reale auto incitamento, quella pacca sulla spalla che ogni tanto bisognerebbe darsi. Io sono un tipo che si svaluta continuamente ed è abituato a remare contro se stesso ma stavolta volevo attuare un cambiamento nella mia vita. Per me questo titolo significa catarsi.
A chiudere: un lavoro che fa anche tanta denuncia romantica. Ti senti figlio di questo tempo?
In un modo o nell’altro non lo siamo tutti?