“Next in Line” non è solo un singolo, ma un capitolo emotivo che segna la crescita artistica dei DLEMMA. Riff graffianti e parole sincere accompagnano un brano che parla di sfide interiori e condivisione. Dopo il singolo, la band ci racconta questa avventura musicale in un’intervista esclusiva.
Un caro saluto a voi, ragazzi. Con il vostro singolo “Next in Line” ritenete di aver seguito la via già tracciata dai vostri singoli precedenti? C’è qualcosa di nuovo?
Next in Line è la nostra terza uscita su 6 pezzi anzi quasi 7 che abbiamo scritto fino ad oggi. Rappresenta un’evoluzione artistica rispetto ai nostri brani precedenti ma sentendola insieme a tutti gli altri pezzi che abbiamo già scritto e che non sono ancora usciti, cominciamo a sentire un sound che piano piano si sta definendo, ovviamente siamo ancora agli inizi e vogliamo sperimentare ma diciamo che già si capisce bene quello che non vogliamo essere nel panorama musicale di oggi.
Quant’è importante l’autenticità nella musica? È importante sapersi far riconoscere, in un mondo in cui le sonorità sembrano quasi essersi omologate?
L’autenticità per noi è tutto, crediamo che l’omologazione uccida la musica e la creatività. L’autenticità per noi è uno dei fattori trainanti che porta a scrivere musica. Essere se stessi vuol dire essere differenti dagli altri perché siamo tutti diversi e questo per noi è il modo giusto per fare musica anche se la scena musicale di oggi è sempre più compressa e omologata. Per noi, credo sia un elemento fondamentale essere noi stessi e basta.
Oltre all’uscita dell’EP, prevista per il 2025, avete già in mente qualche progetto per il futuro?
L’EP uscirà il 7 Febbraio con un release party al Wishlist, siete tutti invitati ovviamente! Dopo l’EP vogliamo continuare a suonare in giro per locali, andare ai concerti, conoscere gente che ama la musica come noi. Comunque già stiamo pensando di lavorare su un album vero e proprio, un LP. Con quello vogliamo dare alla nostra musica un sound ancora più distintivo e poi Emma ha un mare di testi da scrivere, Elisa dorme con la chitarra, quindi staremo sempre in sala a provare o a registrare.
Il fatto che la vostra musica sia ascoltata anche all’estero è un motivo di orgoglio? Cantare in inglese è un ottimo modo per portare la propria arte anche fuori?
Noi siamo felicissimi che la nostra musica sia ascoltata ovunque nel mondo. Per noi è un gran motivo di orgoglio, anche se viviamo e studiamo tutti a Roma e quindi speriamo di piacere soprattutto a chi ci ascolta e ci viene a sentire qui in Italia.
Chiaramente con l’inglese siamo stati fortunati, essendo cresciuti a Londra, a me viene più naturale scrivere in inglese, in italiano mi sento più limitata. L’inglese è compreso ovunque, però crediamo anche che il rock che facciamo noi sia ad oggi più apprezzato a livello internazionale che italiano.