Ginez e il suo Bulbo della Ventola torna in scena con un nuovo disco che dal primo ascolto dimostra una coerenza ma poi la rompe, la dissolve con eleganza naturalezza, rimescola le attese e fa incetta di nuove prospettive. Il tutto grazie a nuovi strumenti e nuovi musicisti. Un Hammond, fiati, fisarmoniche, pianoforte… cori nuovi e nuove intenzioni in questo mondo alcolico di “Sambuca Sunrise”. Ginez fa il verso della vita che si piega e suona in modo sghembo il suono dei pensieri che non ci stanno a rotolarsi dentro. È un bel disco, fumoso, alcolico e dannatamente vero. Manca il video ufficiale… manca a questo potere cinematico che c’è…

Ha sempre affascinato questa estetica circense, spirituale, di oggetti antichi, vecchi, sepolti in un passato remoto. Eppure questo disco, rispetto al tuo passato, l’ho trovo assai moderno. Sbaglio?
Non so se si possa definire moderno, certamente è molto più ricco musicalmente confronto agli album precedenti e senza dubbio è molto lontano dal mainstream attuale. Magari è più moderno rispetto al nostro stile classico.

Maschere e moniker, bulbi e ventole… in qualche modo si scappa dalla realtà dei computer secondo te?
In fondo il nostro universo è sempre stato piuttosto distante dalla modernità, più che altro cerchiamo un linguaggio che sia diciamo classico, che non rischi le deformazioni del tempo.

E questa copertina che proprio non somiglia al suono del disco? Ne parliamo? Bellissimi i giochi di ombre… però l’avrei immaginata più “circense” o decisamente più rock. Così sembra a dir poco pop… che ne pensi?
Noi siamo molto fieri di questa copertina, quel geniaccio di fotografo che è Andrea Maglio secondo me è riuscito a rappresentare molto bene quello che gli abbiamo chiesto. Devi immaginare che noi viviamo in Liguria e sovente i colori che vediamo all’alba, dopo una serata sgangherata, sono proprio questi.

Hammond, fiati, violini… contributi esterni che oggi arrivano perché? Cosa ti ha spinto a cercare questi innesti?
Confesso che è da un po’ che avevo il desiderio di aggiungere altri strumenti al nostro sound e il fatto di aver deciso di fare un album più attento agli arrangiamenti ci ha permesso di interagire con questi meravigliosi musicisti che hanno collaborato con noi.

Dal vivo il concerto avrà qualche arredo di scena?
Sovente nei nostri concerti non mancano, tappeti, lampade, lampare e altre cianfrusaglie un po’ retrò, come in fondo lo siamo noi.