Torniamo tra le righe della Elastico Records, torniamo a parlare delle FUCKSIA perché finalmente è uscito questo disco tanto atteso e chiacchierato sin dalle prime battute. Si intitola “Exagerat3”, inno, manifesto, libertà di ragione contro ogni forma di discriminazione e di censura umana, spirituale… sociale. Un disco politico? Sicuramente è un punk che arriva dal futuro e senza chiedere permesso… due chiacchiere con Marzia Stano…
L’identità di genere oggi… un tema sempre più centrale. Troverà pace secondo voi quando… in che modo…?
Troverà pace solo se tuttə lotteremo e lavoreremo in questa direzione. Ognuno è liberə di scegliere il modo, noi ad esempio abbiamo scelto di farlo attraverso la musica e la lotta transfemminista che mira ad abbattere ogni forma di oppressione. Infatti pensiamo che solo quando verrà smantellata alla radice la cultura patriarcale, che garantisce all’uomo cis, etero, bianco, abile e ricoo ogni forma di privilegio, potremo auspicare ad un reale cambiamento. Come ad esempio la decostruzione del binarismo di genere e gli stereotipi che impone, così centrale ed influente nella vita delle persone.
Esagerare dunque per voi è indispensabile e salvifico? Liberatorio anzi?
Esagerare è una condizione necessaria per ogni grande cambiamento. Se il big bang fosse stato semplicemente uno sbuffo termico non esisterebbe la terra, o se la rivoluzione francese fosse stata portata avanti solo su un piano intellettuale ci sarebbe ancora l’aristocrazia e la monarchia a governare le nostre vite. Purtroppo per farsi ascoltare bisogna alzare la voce, bisogna sacrificare qualcosa. Noi in quanto donne, non etero, non privilegiate economicamente e migranti (Mari è emigrata dal Brasile quando aveva 7 anni), abbiamo vissuto sulla nostra pelle diverse forme di oppresisone e marginalizzazione. È anche grazie alla musica che siamo riuscite ad esorcizzare demoni e a canalizzare tutta la rabbia che abbiamo dentro. Rabbia che scaturisce dall’oppressione che le donne subiscono da sempre, per le aggressioni fisiche e verbali, per le innumerevoli molestie, gli stupri, la violenza sistemica e l’oggettificazione dei nostri corpi. E noi vogliamo usare a nostro vantaggio la “fama”, il palcoscenico, e l’attenzione che ci siamo guadagnate per combattere contro quei tentacoli con cui il patriarcato ci intrappola.
La provocazione dentro questo disco è un manifesto di libertà o di cosa…?
In questo disco parliamo di masturbazione e piacere femminile (Tem quem toca), di lotta al patriarcato (L8 sempre), di coming out (Fake society), di amore, di sorellanza (F.u.c.k.s.i.a.), di critica alla società dei consumi (Nobody needs), di esperienze psico sensoriali e sostanze allucinogene (Deeper), di riappropriazione e autodeterminazione dei nostri corpi (Body), della morte e della perdita (Mom), è assolutamente un manifesto di libertà ma soprattutto di consapevolezza.
Domanda provocatoria: non pensiate che a forza di manifestare e fare rumore, come spesso accade per qualsiasi tema, diventi tutto un “rumore di fondo” a cui ci si abitua facilmente?
Il rumore più assordante è il silenzio. Siamo state zittite per secoli, adesso facciamo rumore e lo faremo sempre di più. Il giorno in cui invadere le piazze, scioperare in massa, manifestare in centinaia di migliaia, divulgare il pensiero femminista attraveso la letteratura, l’arte, la musica, i social network non produrrà alcun cambiamento e sarà qualcosa a cui nessuno darà più peso, ci inventeremo qualcosa di nuovo, di oltremodo esagerato…
Che tipo di lotta sociale oggi continua ad avere peso? Ve lo chiedo perché sembra che si sta tutti dormendo sul cinguettio…
La situazione italiana è diversa da molti altri paesi, siamo sicuramente un popolo più indolente e passivo, più dedito alla critica che all’azione, ma nella mia personale esperienza di insegnante oltre che di musicista, ciò che mi impegno a trasmettere alle giovani generazioni è imparare a trasgredire, lottare per quello in cui si crede e ribellarsi alle ingiustizie.
Parliamo del suono: in qualche modo anche il suono è parte integrante del messaggio? Come ci avete lavorato?
Speravo ci fosse questa domanda, molte delle interviste che riceviamo si basano solo sulla nostra dichiarata posizione politica ma, come tu hai messo in luce, il suono è parte integrante di questo lavoro. Viviamo in tre città diverse (Milano, Bologna, Lecce) quindi abbiamo lavorato a distanza e mentre per il precedente disco la produzione musicale è stata realizzata principalmente da Poppy, in Exagerat3 ognuna di noi si è espressa anche musicalmente. Infatti complessivamente ci sono molte influenze provenienti dai gusti personali e dai nostri diversi approcci alla produzione. Io per esempio ho studiato piano e voce per cui le mie tracce risentono maggiormente dell’elemento melodico, amo i synth analogici, gli arpeggiatori e le armonie. Mariana è autodidatta e viene dal punk per cui le sonorità più “sporche”, distorte e noise provengono dal suo background. Poppy invece ha frequentato la scuola degli squat Berlinesi, per cui le sonorità tekno rave ed acid techno sono farina del suo sacco. Le voci le abbiamo fatte tutte a casa mia, ci siamo aiutate e sostenute molto a vicenda e spesso abbiamo anche discusso ma siamo riuscite a tradurre in valore, le nostre rispettive differenze. Il mix e il mastering lo abbiamo affidato anche per questo disco a Matilde Davoli, che è riuscita a rendere omogeneo un lavoro pieno di riferimenti stilistici e influenze diverse, caratterizzando il suono e definendone l’identità.