L’avevamo anticipato e come promesso torniamo sul pezzo. Un brano estivo che però porta con se un potere di evasione utile ogni anno. Che spesso vorremo essere altrove, in luoghi diversi, lontano a volta da noi stessi anche. Elena Camo, cantante e pianista veronese, ci racconta di cosa significhi davvero un brano dai contorni pop digitali come “Saint-Tropez”.
Partiamo proprio dai luoghi: che rappresenta per te Saint-Tropez?
La patria della vita mondana; un luogo magnifico dove poter scappare e passare momenti spensierati.
Beh, è un immaginario davvero anni ’80 e forse anche ’90. Che legame hai con quegli anni?
Essendo nata negli anni 90 ho potuto godere a pieno di quella musica che sfornò hit intramontabili che apprezziamo tuttora.
Oggi le mete sono altre non trovi?
Penso che Miami e Saint Tropez siano due mete intramontabili, icone di bellezza.
E pensando proprio a questo tempo digitale, riscriveresti la canzone per le nuovissime generazioni?
No, in quanto devo dire che sta riscuotendo parecchio successo anche nei giovanissimi che la richiedono alle radio dove è trasmessa e ci sono tantissimi stream da parte di un target molto giovani.
Quanto conta per te la bellezza in questo mondo, in questo pezzo, in questa vita…?
La bellezza conta tantissimo, spesso siamo sempre alla ricerca del miglioramento, se già siamo belli lo vorremmo ancora di più. In questo pezzo c’è una ricerca di sonorità un connubio tra testo e musica che è orecchiabile e dalla melodia semplice proprio come vuole un tormentone.