Appunto tre parole di un’importanza totale. Accoglienza. Pace. Amore. Di questi tempi poi che il mondo manifesta odio e intolleranza, come distruzione e resa sotto ogni punto di vista. Edea torna a cantare, torna a fare la sua musica, torna in scena e ci regala suoni e modi africani dentro linee che comunque scrivono un pop internazionale e assai delicato. “Le radici del tempo” è una canzone che abbraccia e accoglie queste tre parole. Il messaggio è totale anch’esso: torniamo ad essere un insieme e non singolarità in guerra. In rete anche un bel video ufficiale… i colori, la luce, quel leggero velo che impreziosisce di visioni altre. Tutto corre in una direzione…

Certamente oggi viviamo l’estetica prima ancora che il messaggio. Questo brano anche cerca di badare all’estetica… secondo te quanto diviene importante anche per veicolare messaggi?
Probabilmente si, questo è vero. Anche se non farei “di tutta l’erba un fascio”, cadendo facilmente nello stereotipo “creato appositamente ad hoc”, perché il concetto qui è un po’ diverso.
Personalmente, creando il mio nuovo brano, “Le Radici Del Tempo”, ho pensato alla bellezza del messaggio che volevo trasmettere, all’ immagine meravigliosa che lascia chi crede nei propri sogni e non si arrende di fronte a nessuna difficoltà. Immediatamente ho trasformato le parole in immagini ed esse hanno preso forma. La raffinatezza del messaggio della canzone è già bellezza, armonia. Sono due concetti fortemente correlati.
Quindi, non un processo voluto, ma dovuto.

Dal suono alle immagini di questo video: l’Africa torna come punto fermo. Ha una ragione precisa?
Naturalmente si: io sono italo-africana, mia madre è del Mali, mentre mio padre di Milano. Metà quindi delle mie origini hanno i piedi saldi in questo meraviglioso continente, che trasuda cultura, colore, gioia di vivere. Partendo dalle sonorità, aiutata egregiamente da Lorenzo Sebastianelli, abbiamo cercato di creare un mondo nel quale musica e origini coesistessero di pari passo. E pensando al tema principale del brano, alle difficoltà che si affrontano lasciando la terra natia, non potevo non pensare a mia madre, che si trasferì in Italia proprio dall’ Africa.

Parliamo di questo video: come l’hai scritto e realizzato? Sono contributi liberi oppure c’è una genesi diversa?
Il videoclip ufficiale de “Le Radici del Tempo” è sostanzialmente un flashback al passato, “le radici” appunto, che si sviluppa su una linea temporale, “del tempo”(ecco da dove nasce il titolo).
Inizia con le immagini di una rumorosa città, anche un po’cupa se vogliamo: questo quadro iniziale rappresenta il presente, l’ attuale.
Poi c’è il “tuffo nel passato”, il viaggio indietro nel tempo, a quando il protagonista (immagina che possa essere io, tu, o un amico, non importa: è questo il bello della musica, che infondo ognuno la interpreta come vuole), viveva ancora nei luoghi dove è nato. Nel mio caso, ho voluto inserire le immagini dell’ Africa perché mi appartiene di più.
Infine, si riaprono gli occhi, e ci si risveglia di nuovo nel presente. Con la certezza che quel che ci appartenuto in passato non c’è lo toglierà mai nessuno, e che il futuro, grazie ad esso, alla forza di volontà e ovviamente al tempo, sarà migliore e ricco di speranze.

Sai che sulle prime questo titolo l’ho legato poco al tema che si porta dietro? Le radici del tempo quali sono per te?
Certo non so a cosa tu abbia pensato nello specifico, ma probabilmente avrai pensato a un testo basato sui ricordi, sul passato. In realtà se ci rifletti, che si parli di chi lascia la propria terra di origine, di sogni da realizzare, o di episodi di vita, è sempre questione di tempo! Sono tutti concetti legati ad esso.
Quindi “Le radici del tempo“ sia per me che per chiunque altro, generano astrazioni dinamiche, dipendenti dal passato che si è vissuto e dai desideri presenti.

E di questo futuro che viviamo cosa ne pensi? Meno uomini e più automatismi… meno radici e più volatilità…
È un futuro che onestamente spaventa un po’ .Di certo il progresso, se così vogliamo chiamarlo, aiuta . Ma spero davvero che il cuore, le radici appunto, restino per sempre al loro posto!