Ci piace quel tornare indietro agli anni ’90, di quando l’Italia aveva preso molta confidenza con l’elettronica ancora cablata. L’America ma anche Londra e Berlino erano più vicine del solito. Dené che all’anagrafe discografica è Davide Mazzotti torna con un singolo che sposa tutto questo dentro liriche pulite e trasparenti. “Ruggine” sfoggia del sano glam esterofilo.

Estetica: che rapporto hai con il bello?
Dostoevskji diceva: la bellezza salverà il mondo. Non so se sarà proprio la bellezza, in questo caso artistica, a salvare il mondo ma è bello poterlo immaginare.

C’è molta estetica in “Ruggine”: come cerchi l’equilibrio anche con il messaggio che è decisamente meno automatico da raggiungere?
Per me l’unico modo per essere credibili nel messaggio che si vuole dare è essere onesti con se stessi. Nella vita come nella musica se fingi non puoi cavartela per sempre. Semplicemente cerco di fare questo per trovare quell’equilibrio di cui la mia musica ha bisogno.

Pensi che la musica pop oggi possa catturare l’attenzione senza l’uso di altre vie come quella della provocazione sessuale?
Le provocazioni fanno parte dell’arte in generale. Ci sono state e continueranno ad esserci ed io non ci vedo niente di male. Allo stesso tempo non credo che la mia musica abbia bisogno di questo.

L’amore ai tempi di Denè: questo brano parla d’amore in fondo. Nel quotidiano, pensi sia ancora un valore che smuova il mondo?
Assolutamente si. Spesso i grandi cambiamenti avvengono quando si ha una grandissima motivazione. E l’amore è stato e sarà sempre una motivazione in grado di smuovere le cose.